mercoledì 23 dicembre 2009

E=mc2, l'energia dai rifiuti in Italia

Presentato il 3 dicembre da Unioncamere, Ecocerved ed CMCC (centro euro-mediterraneo per i cambiamenti climatici), lo studio E=mc2 analizza il contributo delle tecnologie di recupero di energia dai rifiuti per il conseguimento degli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici per l'Italia nell'ambito della strategia europea nota come "20-20-20".

La ricerca si propone di analizzare le prospettive per termovalorizzazione e produzione di biogas da rifiuti in Italia sotto il duplice aspetto del loro
possibile contributo alla generazione di energia e del ruolo che possono potenzialmente giocare nell'ambito di una politica di mitigazione delle emissioni di CO2.
In Italia, la quantità di rifiuti avviati a operazioni di recupero energetico (operazione R1), è risultata in crescita negli anni 2002-2006. I rifiuti avviati a incenerimento con recupero di energia sono passati dai 3,1 milioni di tonnellate nel 2002 a circa 3,9 milioni di tonnellate nel 2006 con un aumento percentuale complessivo del 27%, anche se con una lieve flessione negli ultimi due anni. Anche il biogas recuperato dalle discariche è cresciuto in misura considerevole. Nel 2006 la termovalorizzazione e il biogas hanno fornito un contributo alla produzione di energia in Italia pari a 1,02 e 0,31 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) costituendo una quota minima dell'energia totale prodotta (0,7% e 0,2% rispettivamente).
Di conseguenza, anche il contributo alle emissioni di CO2 è limitato: 2,8 milioni di tonnellate di CO2 o lo 0,58% del totale emesso dall'Italia per la termovalorizzazione (l'1.88% del totale delle emissioni nel processo di generazione di energia elettrica (ISPRA, 2009) la cui intensità di emissione è comparabile a quella del gas naturale. Il biogas invece viene considerato una fonte energetica "pulita" in quanto le emissioni di CO2 legate ai processi di produzione di energia elettrica da questa fonte, come da tutte le altre biomasse, sono convenzionalmente ritenute di origine organica per cui non contabilizzate nelle statistiche delle emissioni (IPCC, 2007).
Per questo genere di studio non si può prescindere né dalle relazioni dei settori energetici con il resto dell'economia nazionale né tanto meno dal contesto internazionale, per questo, ci si avvale di un modello di equilibrio economico generale dinamico-ricorsivo, sviluppato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei: ICES (Intertemporal Computable Equilibrium System). QUesto modello rappresenta l'economia come un sistema di mercati interconnessi adatti a catturare le interdipendenze settoriali e internazionali. Il modello ICES rappresenta 22 aggregati geo-politici, tra cui l'Italia, tra loro connessi da flussi di scambio internazionale di capitali, beni e servizi. Nel definire il dettaglio settoriale, oltre a quello elettrico, si è mirato ad evidenziare, soprattutto i settori economici a maggiore intensità energetica e di carbonio, in quanto più interessati dalle implicazioni dello sviluppo di termovalorizzazione e biogas e delle politiche di mitigazione.
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Puglia, nuovo finanziamento per il fotovoltaico

La societa' Pugliasolar srl, controllata da Relight Energie Rinnovabili, ha stipulato un contratto di finanziamento pari a 31,5 mln di euro, finalizzato alla costruzione di 8 progetti fotovoltaici da 1 Mw ciascuno da realizzarsi in Puglia.

Il Gruppo Relight completa la sua riorganizzazione con la Costituzione di Relight Energie Rinnovabili Spa, la nuova Green Holding nel mercato delle energie rinnovabili. RER Spa, con un capitale sociale di oltre 16 milioni di Euro, si configura come una vera e propria utility che sviluppa e gestisce progetti per la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici.
RER Spa si presenta sul mercato con obiettivi ben definiti. Per il 2010, infatti, si prevedono importanti sviluppi sia nel settore fotovoltaico che nell'eolico sia in Italia che negli altri mercati in cui opera il gruppo Relight. Per quanto riguarda il fotovoltaico RER Spa ha l'obiettivo di realizzare in Italia nel 2010 impianti per almeno 50 MW.
E' di oggi la notizia che la società Relight ha ottenuto un finanziamento pari a 31.5 milioni finalizzato alla costruzione di 8 progetti fotovoltaici da 1 MW ciascuno in DIA (Denuncia di Inizio Attività) da realizzarsi in Puglia. Il finanziamento riguarda il primo gruppo di una pipeline di progetti, in fase avanzata di sviluppo, di cui è titolare la società in questione.

La temperatura ideale? 20° C

In un periodo di freddo come quello che stiamo attraversando si dimenticata che la legislazione nazionale prevede che d'inverno in casa non si possano superare i 20 gradi. I termosifoni possono restare accesi da 6 a 14 ore al giorno, a seconda dell'area climatica in cui il Comune è inserito.

Spesso tale norma, il D.P.R 412 del 1993, viene aggirata da molti amministratori di condominio, che giocano sul margine di due gradi rispetto alla temperatura imposta, per ingrossare le fatture energetiche e i propri margini di guadagno, con pesanti conseguenze ambientali: ad ogni grado in più le emissioni aumentano del 7%. Nel periodo invernale il contributo degli impianti di riscaldamento civili sul totale delle emissioni di polveri sottili Pm10 raggiunga quota 30% (attestandosi al 12% su media annuale).
La legislazione stabilisce, per evitare sprechi energetici e picchi emissivi ingiustificati, a seconda delle zone della Penisola, il periodo annuale e il numero massimo giornaliero di ore di accensione degli impianti. Per questo il territorio italiano è stato suddiviso in 6 zone climatiche dalla A, la più calda, alla F, la più fredda.
• Zona A:(per esempio, Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle) dal 1° dicembre al 15 marzo, 6 ore/gg.
• Zona B:(Messina, Trapani, Palermo, Catania, Agrigento) dal 1° dicembre al 31 marzo, 8 ore/gg.
• Zona C:(Taranto, Catanzaro, Caserta, Bari, Brindisi, Lecce) dal 15 novembre al 31 marzo, 10 ore/gg.
• Zona D:(Foggia, Roma, Firenze, Ancona, Pesaro, Forlì, Trieste) dal 1 novembre al 15 aprile, 12 ore/gg.
• Zona E:(Potenza, Campobasso, L'Aquila, Perugia, Reggio Emilia, Bologna, Bolzano, Trento, Venezia, Milano, Torino) dal 15 ottobre al 15 aprile, 14ore/gg.
• Zona F: (Cortina d'Ampezzo, Courmayeur, Sestriere) nessuna limitazione.
L'orario giornaliero di accensione può essere frazionato in due o più periodi ma l'impianto deve essere spento di notte, tra le 23 e le 5. In caso di condizioni atmosferiche eccezionalmente avverse, è consentito accendere il riscaldamento, anche al di fuori dei periodi previsti, per non oltre la metà delle ore massime giornaliere consentite.

Approvato il nuovo Regolamento EMAS

E' arrivato il nuovo Regolamento EMAS sull'adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit, che abroga il regolamento (CE) n. 761/2001.

Inoltre sono abrogate le decisioni della Commissione 2001/681/CE e 2006/193/CE. Gli Stati membri provvedono affinché i sistemi che attuano le procedure modificate siano completamente operativi entro l'11 gennaio 2011. Le organizzazioni registrate in conformità del regolamento (CE) n. 761/2001 continuano a figurare nel registro EMAS. Al momento della successiva verifica dell'organizzazione il verificatore ambientale controlla se questa è conforme ai nuovi requisiti introdotti dal presente regolamento. Se tale verifica è prevista prima dell'11 luglio 2010 la data della verifica successiva può essere prorogata di sei mesi previoaccordo tra il verificatore ambientale e gli organismicompetenti.
Cliccare qui per scaricare il nuovo
Salva come bozza
Regolamento.

lunedì 21 dicembre 2009

La mobilità italiana nel periodo natalizio


Come gestiscono le città la mobilità durante il periodo natalizio? Il Campidoglio allunga di 2 ore la Ztl e aumenta le corse dei mezzi pubblici, Milano cerca di fluidificare il traffico con 3000 vigili in strada, Torino punta su bus elettrici e strisce blu anche nei fine settimana, Bari sul potenziamento del Park&Ride e le isole pedonali in centro.

A Roma il piano straordinario della mobilità natalizia presentato dal Campidoglio soddisfa sia ambientalisti che residenti del centro storico. Fino al 24 dicembre viene infatti prolungato l'orario di attivazione della Ztl diurna, in vigore fino alle 20 (e non fino alle 18 come avviene di solito). Nel dettaglio, fino a Natale, sarà impossibile accedere al centro storico dal lunedì al venerdì dalle 6,30 alle 20, il sabato dalle 14 alle 20 e la domenica e i giorni festivi dalle 14 alle 18. Il divieto di circolazione sarà esteso anche al giorno dell'Epifania. Rimane invece invariata la Ztl notturna: venerdì e sabato dalle 23.00 alle 03.00. Il piano varato dal Campidoglio prevede anche l'intensificazione del trasporto pubblico sia nei giorni feriali che in quelli festivi, con un incremento medio del servizio del 68%.
A Bari per Natale si punta sul Park & Ride: il servizio sarà attivo anche di domenica e per alcuni giorni festivi fino all'Epifania. Le navette verso il centro città sono operative dalle 8 alle 22 dai parcheggi d'interscambio. Le aree di sosta Park & Ride saranno inaccessibili solo il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio 2010. Per il periodo natalizio, l'Amministrazione barese ha inoltre definito un calendario di chiusure al traffico e pedonalizzazioni di strade e piazze per valorizzare gli appuntamenti in programma. Anche Lecce punta sui parcheggi di interscambio con una navetta gratuita verso il centro città. Dal 13 dicembre il servizio gratuito di bus è in funzione dalle 17 alle 24 con una frequenza di cinque minuti, con partenza dai parcheggi ex Carlo Pranzo, ex Foro Boario, Torre del parco e Settelacquare. A Lecce inoltre viene esteso ai fine settimana il pagamento della sosta all'interno delle strisce blu. Nei giorni festivi dal 20 dicembre al 6 gennaio 2010 la tariffa oraria per la sosta sarà di un euro e cinquanta centesimi (nei giorni lavorativi costa 1 euro). Dal 13 dicembre 2009 il Comune di Lecce ha previsto anche la chiusura dei viali De Pietro, XXV Luglio, Otranto, Marconi e Cavallotti, dalle 17 alle 22, per tutti i giorni festivi del periodo natalizio, fino al 6 gennaio prossimo compreso.
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Mediterre 2010


La Regione Puglia, in collaborazione con Federparchi, la Federazione italiana riserve e parchi naturali, rinnova l'appuntamento con Mediterre 2010, alla sua sesta edizione. La manifestazione, dal titolo "Sostenibili. Adesso." sarà ospitata dalla Cittadella della Cultura di Bari per una quattro giorni, dal 27 al 30 gennaio, ricca di appuntamenti ed iniziative.

Saranno presenti ospiti autorevoli nazionali ed internazionali che dibatteranno su tematiche ambientali anche alla luce del recente vertice di Copenaghen. Confronto tra autorità nazionali e locali, enti, istituzioni scientifiche, imprese ed associazioni, ma anche proiezioni di filmati, eventi musicali, manifestazioni dedicate ai cittadini per informare e sensibilizzare sulle tematiche ambientali di più stretta attualità.
Il programma prevede:
Mercoledì 27 gennaio: "Dopo Copenaghen: il clima cambia?"
Mediterre 2010 sarà la prima iniziativa nazionale dopo il vertice di Copenaghen. Esperti italiani ed internazionali si interrogheranno sulla situazione del Pianeta e sulle politiche attuate dai governi per ridurre le emissioni di CO2. Il dibattito verterà anche sulla situazione del nostro paese, in particolare della regione Puglia, dei passi compiuti, quelli da compiere alla luce degli impegni presi con l'ambiente.
Giovedì 28 gennaio: "Turismo e sostenibilità. I Parchi come prodotto."
Nel corso della seconda giornata si tratterà un tema importante per il nostro paese: il turismo sostenibile, un settore notevolmente in crescita negli ultimi anni. L'Italia è, infatti, ricca di Parchi regionali, provinciali e comunali e Aree protette, che rappresentano il 10% del territorio nazionale, un patrimonio sempre più apprezzato dai turisti per le bellezze naturali che offre e il divertimento per adulti e bambini.
Venerdì 29 gennaio: "2010 anno nazionale della biodiversità: ora è il tempo di agire."
A Bari si inaugurerà, con un grande convegno, il 2010, anno nazionale della biodiversità. Sarà dedicato un tavolo di confronto tra esperti internazionali per indagare le metodologie migliori per salvaguardare questa importante risorsa.
Sabato 30 gennaio: "Green economy al sud. Riflessioni e storie su un meridione che ce l'ha fatta."
A chiusura lavori è stato previsto un dibattito sul tema della Green Economy e le risposte date dal sud Italia alla sostenibilità ambientale. Il sud fanalino di coda per molto tempo riguardo all'utilizzo di fonti rinnovabili e non solo, si presenta oggi come un territorio nuovo che si sta riscattando, nonostante i problemi che ancora sussistono. È stato istituito, a tal proposito, il premio "Innovazione Sud" che andrà alle 10 aziende ritenute più innovative dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

Nucleare, secondo i Verdi ci siamo


L'Enel ha già deciso i siti dove si materializzerà l'angoscioso ritorno al nucleare di questo Paese. Lo ha dichiarato il presidente dell'Enel Conti, aggiungendo, con arroganza, che si guarda bene dal comunicarli.

l governo ha già in mano l'elenco dei siti, già individuati dall'Enel, dove costruire le centrali nucleari, ma non li rende noti per paura di un boomerang elettorale alle prossime elezioni. Sono quelli resi noti dai Verdi nei giorni scorsi: Montalto di Castro (Vt), Borgo Sabotino (Lt), Garigliano (Caserta), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Oristano, Palma (Agrigento), Monfalcone (Gorizia) e Chioggia (Ve). D'altronde il decreto che individua i criteri per la scelta dei siti (all'ordine del giorno del CDM di domani) è solo una formalità perché tali criteri sono già previsti in modo rigido dalle organizzazioni internazionali.
La tecnologia che il governo vuole usare per riportare il nucleare nel nostro paese è obsoleta ed insicura. Ben 18 centrali EPR (quelle che dovremmo acquistare) in Francia sono ferme per guasti o incidenti e proprio in Francia, paese spesso citato a modello, si sta aprendo un'inchiesta sulla radioattività intorno alle centrali - ha concluso Bonelli, presidente nazionale dei Verdi -. Il nucleare è una vera e propria truffa che gli italiani non vogliono, come dimostrano le oltre 20 mila firme raccolte dai Verdi, solo nello scorso week-end, durante le primarie dell'Energia.
Stupisce che nessuno si sorprenda e gridi allo scandalo di fronte a questa evidente dimostrazione che la politica energetica italiana non viene decisa né dal governo, né dal Parlamento, né dalle Regioni, ma nei consigli di amministrazione delle imprese energetiche, Enel ed Eni in testa.
Stupisce anche che le dichiarazioni del presidente dell'Enel siano state fatte proprio nei giorni del vertice sul clima di Copenaghen. E' noto, infatti, che al centro di un eventuale e auspicato accordo sul clima vi sono proprio le scelte energetiche necessarie per realizzare una riduzione dei gas serra, dato che una parte consistente di questi è prodotta dalla combustione di petrolio, carbone e metano per produrre elettricità e far circolare le automobili.

Roma Montemario, centrale idrica fotovoltaico


E' entrato pienamente in funzione l'impianto fotovoltaico installato presso la centrale idrica romana Acea ATO2 di Monte Mario, serirà circa 500.000 abitanti romani.

A quasi un anno di distanza dalla posa della prima pietra (era la vigilia di Natale) e, altrettanto a poche ore dalla conclusione del summit mondiale sul clima in scena a Copenaghen, l'impianto fotovoltaico installato presso la centrale idrica romana Acea ATO2 di Monte Mario è entrato pienamente in funzione.
Il sito, che si occupa della fornitura idrica di circa 500.000 di abitanti nella capitale, può ora contare sulla generazione di energia pulita, per una potenza massima di 993,60 kWp, grazie ad una superficie di 20.000 mq ricoperta da pannelli. Fino allo scorso 30 novembre sono stati 1.152.329 i kWh prodotti, evitando così l'emissione di ben 672 tonnellate di CO2 e un risparmio complessivo pari a 199,4 tonnellate di petrolio.
Il sindaco Gianni Alemanno, presente all'evento, ha sottolineato l'importanza di iniziative simili, soprattutto in un momento così delicato per il futuro del nostro pianeta. Inoltre, durante il suo intervento, il presidente di Acea Distribuzione Stefano Donnarumma ha parlato dell'illuminazione cittadina. A Roma servirebbero infatti altri 60.000 punti luce per coprire l'intero territorio. L'obiettivo è quello di installarne la metà entro il 2015 e portare a compimento l'opera prima del 2020, quando Roma potrebbe eventualmente ospitare i giochi olimpici.

sabato 19 dicembre 2009

Ghiacciai inquinati come le aree urbane e fusione accelerata fino al 24%


Concentrazioni di inquinanti pari alle aree urbane e PM10 oltre i limiti europei sui ghiacciai himalayani ad oltre 5000 metri di quota. Per effetto dell'Asian Brow Clowd, si è stimato che i ghiacciai Himalayani possono subire un'accellerazione dello scioglimento fino al 24 per cento rispetto alla fusione "normale" che subiscono nel corso della loro vita.

Questo è quanto emerge sulla base dei dati rilevati all'osservatorio NCO-P sull'Everest, in uno studio recentemente presentato da ricercatori della NASA in collaborazione con ricercatori CNR,CNRS ed EvK2CNR.
I primi 4 anni di osservazioni, dal 2006 al 2009, eseguite presso il Nepal Climate Observatory - Pyramid (NCO-P), hanno permesso di ottenere importanti informazioni su black carbon (o particolato carbonioso), ozono, radiazione solare e altri parametri atmosferici a 5079 metri di quota sulle pendici dell'Everest ove è posta la stazione di misura più elevata del network dedicato all'Atmospheric Brown Cloud di Unep.
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Copenaghen, fotografia dei negoziati


Abbiamo visto proporre vari testi e ce ne saranno ancora altri nelle prossime ore, ma comunque nulla di tutto quello che abbiamo potuto leggere combacia con i livelli di ambizione necessari a dare una natura legale all'accordo né tantomeno esistono i numeri richiesti per la mitigazione e i finanziamenti.

I draft che stanno circolando contengono un linguaggio vago sulla necessità di rimanere al disotto dei 2 gradi di aumento di temperature globale, e comunque c'è poco nel dettaglio che assicurerebbe la messa in pratica di queste misure. Avendo anche ascoltato alcuni discorsi chiave di queste giornate è chiaro come tutti riconoscano la necessita di agire.
Il Presidente Obama ha più volte ricordato come tutti i paesi abbiano bisogno di seguire i propri impegni e accordarsi affinché su questi vi sia trasparenza. Questo vale anche per gli Stati Uniti. L'Unione Europea sembra aver indebolito il suo impegno condizionato di spostarsi al 30% di riduzione delle emissioni al di sotto dei livelli del 1990, dall'attuale posizione del 20%, posizione scoraggiante viste le indicazioni della scienza che ci segnalano chiaramente come tutti i paesi industrializzati debbano stare al di sotto del 40%.
Il WWF chiede con urgenza più progressi all'interno degli Stati membri affinché ci sia un impegno con target di riduzione più ambiziosi. Anche la Cina deve fare passi in avanti. Sembra che vi siano le basi per questo secondo il discorso di Wen Jiabao, che dichiara di incrociare gli impegni attuali del suo paese senza ulteriori finanziamenti, e la sua indicazione che la Cina potrebbe essere disposta a fare di più in termini di riduzione delle emissioni e anche trasparenza, mentre l'India ha dichiarato di essere disposta a fare di più se sostenuta.
I Capi di Stato devono ora cogliere l'opportunità finché esiste, per assicurare che l'ambizione all'interno del Trattato sia innalzata a un livello tale da assicurare che il pianeta non sia vincolato a un pericoloso futuro di aumento dell'anidride carbonica e di cambiamenti del clima catastrofici. Sarebbe auspicabile sia chiaramente definito un anno target per il picco e il declino di emissioni, una chiara provenienza dei finanziamenti per la mitigazione e l'adattamento nei paesi in via di sviluppo ed entro il 2014 un accordo per una revisione scientifica di qualunque Trattato firmato.

giovedì 17 dicembre 2009

Copenaghen, la Terra ha votato


Mentre si riaccendevano le luci alla fine della speciale edizione di Earth Hour Hopenhagen, organizzata dal WWF, il segretario particolare Vijay Nambiar del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon ha detto pubblicamente alla città riunita di fronte a lui che i cambiamenti climatici possono essere più grandi di ciascuno di noi, ma non di noi tutti messi assieme.

Ieri sera, tra le 19.00 e le 20.00, i cittadini della città che sta ospitando il Summit sul clima hanno spento le luci per un'ora in una speciale edizione dell'Earth Hour-L'Ora della Terra, che ha richiamato l'iniziativa globale del WWF celebrata a marzo 2009, quando centinaia di milioni di persone da 88 Paesi e 4.000 città e comuni hanno votato per la Terra per un'azione decisiva contro il cambiamento climatico.
In una città completamente imbiancata dalla neve lo spettacolo delle luci spente è stato accompagnato da 1 ora di spettacolo, musica, interventi. Al culmine della serata il direttore generale del WWF James Leape e la bambina danese di 10 anni Anne-Katrine Bisgaard Håkansson hanno consegnato a Vijay Nambiar una sfera argentata, il People's Orb, che contiene 350 gigabyte di speranze, sogni ed esperienze di centinaia di milioni di persone da ogni continente del mondo, dalle comunità dei deserti, delle foreste e del mare, per creare un mandato globale per l'azione contro il cambiamento climatico.
"La misura della sfida non ha scoraggiato il vostro entusiasmo - ha detto Vijay Nambiar - Con questa sfera argentata, e con le voci che avete sollevato, state esortando i vostri leader a proteggere le persone e il pianeta. Insieme, trasformiamo Copenaghen nel luogo in cui il mondo si è riunito per inaugurare una nuova era di speranza."
Per il WWF l'ora di agire è proprio adesso: "L'azione per il clima è stata dibattuta per troppo tempo ormai - ha detto James Leape, direttore generale del WWF Internazionale - Il tempo è scaduto! Il WWF, e le altre campagne per il clima si uniscono in appello perché sia raggiunta una soluzione. I leader del nostro pianeta devono concludere questa settimana, a Copenaghen, un accordo equo, ambizioso e legalmente vincolante."
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In Italia boom dell'energia solare, + 800%


L'aumento dell'800 per cento dell'energia solare prodotta grazie agli impianti fotovoltaici nel nostro Paese ha portato l'Italia al quarto posto nella graduatoria mondiale.

Ad affermarlo è la Coldiretti, nel commentare l'invito del Pontefice a sfruttare le potenzialità dell'energia solare contenuto nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, proprio mentre a Copenhagen è in corso il vertice sul clima.
Rispetto al 2007, la potenza prodotta dagli impianti fotovoltaici è passata da 79 a 700 megawatt, con un aumento dell'800 per cento, mentre in Italia risultano 56.285 impianti fotovoltaici censiti dal Gse, il Gestore dei servizi elettrici - rileva la Coldiretti -, ben 49mila in più in confronto a due anni fa. Numeri che hanno portato il nostro paese al quarto posto mondiale per potenza installata, dietro solo a Spagna, Stati Uniti e Germania, secondo i dati Gse e Epia (European Photovoltaic Industry Association). Le regioni che producono più energia - continua la Coldiretti - sono la Puglia (96 megawatt), la Lombardia (84) e l'Emilia Romagna (62) mentre quelle con maggior numero di impianti sono la Lombardia (8.630), l'Emilia Romagna (5.293) e il Veneto (5.166).
Un ruolo particolare va, in questo senso, alle imprese agricole che grazie allo sfruttamento delle superfici aziendali contribuiscono con il 30% degli impianti. Un dato che testimonia come la produzione di energia rinnovabile proveniente dall'agricoltura italiana sia destinata a triplicare nei prossimi dieci anni con circa centomila posti di lavoro disponibili. Lo sviluppo delle energie rinnovabili prodotte nelle campagne italiane raggiungerà nel 2020 - sottolinea la Coldiretti - una percentuale dell'8 per cento del totale, rispetto all'attuale 2 per cento, per un totale di 15,5 milioni di tonnellate petrolio equivalente (MTEP) prodotte.
Accanto al fotovoltaico, il maggior contributo viene dalle biomasse combustibili provenienti dal legno, dalle colture erbacee, dai residui agroalimentari e dai reflui degli allevamenti.

Taranto, nuovo progetto pilota per l'organico


Individuata un'area pilota della città, il nuovo progetto prevede un massiccio intervento in favore della raccolta dell' organico. Per questo, le utenze hanno ricevuto un "kit".

L'area pilota è stata individuata nel quartiere Solito-Corvisea, caratterizzato da uno sviluppo urbanistico intensivo. L'avvio del progetto interessa circa 4.000 utenze domestiche. L'attività di raccolta, iniziata nella seconda metà di settembre, prevede l'introduzione graduale delle nuove modalità di raccolta differenziata, effettuando una accurata campagna di comunicazione per informare e coinvolgere al massimo l'utenza. L'entrata a pieno regime è prevista per il gennaio 2010.
Il fulcro del progetto è incentrato sulla quanto più efficace possibile captazione del rifiuto organico. Con tale obiettivo è stato quindi adottato il Sistema Sumus® di Aspic, composto da cestello aerato e sacchetto in carta riciclata Sumus® certificato compostabile CIC.
Attualmente il kit per la raccolta dell'organico (cestello aerato e 100 sacchetti per ogni utenza) è stato consegnato al 50% delle utenze previste.
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L'agricoltura biologica e il cambiamento climatico


Il cambiamento climatico influenza direttamente la produzione e la sicurezza alimentare. Per affrontare queste nuove sfide, durante la conferenza Onu sul cambiamento climatico di Copenaghen è stata lanciata un'iniziativa internazionale.

L'agricoltura biologica si fa spazio alla conferenza di Copenhagen sul cambiamento climatico, anche con il contributo di Icea, l'Istituto Certificazione Etica e Ambientale, promotore del neo nato Tavolo sull' agricoltura biologica e il cambiamento climatico. Il Tavolo riunisce attori e partner collegati alla produzione di alimenti biologici con due obiettivi: promuovere il potenziale dell'agricoltura biologica per mitigare il cambiamento climatico e incentivare, sostenere e promuovere la ricerca su agricoltura biologica e cambiamento climatico. L'organismo conta attualmente otto membri: Icea, Ifoam - Federazione Mondiale dei Movimenti dell'Agricoltura Biologica; il Rodale Institute (Usa); Krav, attore chiave sul mercato biologico svedese; l'inglese Soil Association; Icrofs, centro internazionale di ricerca su agricoltura biologica (Danimarca); Fibl, istituto di ricerca sull'agricoltura biologica e Fao, agenzia Onu per cibo e alimentazione.
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Il riciclo dei pannelli solari


Pv Cycle è l'associazione delle principali industrie fotovoltaiche che punta a fornire, in Europa, un sistema certificato di raccolta, riparazione, riutilizzo e riciclo dei vecchi impianti.

Gli impianti fotovoltaici sono un sistema per produrre energia elettrica ecologica e sostenibile, ma rappresentano un problema quando sono difettosi o giungono alla fine del loro ciclo di vita. In quel momento vengono considerati rifiuti elettronici e hanno una ricaduta ambientale. Fino ad oggi non esiste una direttiva europea per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici, anche perché il numero delle installazioni fotovoltaiche giunte alla fine del loro ciclo di vita è ancora contenuto.
Si tratta di una associazione, fondata a Bruxelles nel luglio di quest'anno, che si è posta come obiettivo quello di realizzare, in ambito europeo, un sistema certificato di raccolta, riparazione, riutilizzo e riciclo degli impianti fotovoltaici usati. Partecipano alla fondazione i principali big dell'industria fotovoltaica, tra cui Avancis, Conergy, Isofoton, Schott Solar, Solarworld, Solon, Sharp Solar, Q Cells, e due associazioni: la German Solar Business Association (BSW), e l'European Photovoltaic Industry Association (EPIA). L'organizzazione mira a coprire l'intero ciclo di vita dei moduli fotovoltaici, principalmente attraverso un'adeguata ricerca, valutazione e strutturazione delle migliori metodologie per la gestione dei rifiuti fotovoltaici tenendo conto della legislazione nazionale, sovranazionale e internazionale.
Attualmente a Pv Cycle hanno aderito 36 aziende cioè il 70% dei produttori europei, e il programma è finanziato interamente da loro e sarà pienamente attivo nel 2015, quando si è calcolato che iniziareanno ad esserci parecchi pannelli da smaltire. I partecipanti al consorzio si sono impegnati a raccogliere il 65% dei moduli fotovoltaici europei installati dal 1990 e a riciclare l'85% dei materiali. Ma i problemi da affrontare sono ancora il censimento dei pannelli, il loro trasporto, l'organizzazione dei centri di raccolta, il conferimento e lo smistamento; altro intoppo è la tecnologia che deve intervenire per ricilare il pannello.

Copenhagen Green Wheel


E' stata presentata oggi a Copenhagen la bicicletta ibrido-elettrica, ideata da Carlo Ratti del MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston in collaborazione con Ducati Energia e cofinanziata dal Ministero dell'Ambiente italiano, capace di convertire l'energia cinetica delle frenate e delle discese in energia elettrica che viene immagazzinata nelle speciali batterie.

La bicicletta ibrido-elettrica a pedalata assistita ad emissioni zero, conosciuta come 'Copenhagen Green Wheel' e' un'evoluzione delle semplici due ruote in cui e' stato implementato il meccanismo del kers, il sistema di recupero dell'energia cinetica utilizzato in Formula uno.
Questo meccanismo risiede nel mozzo della ruota posteriore, dove si concentrano tutti i componenti, incluse le batterie, il motore, i freni, l'elettronica di controllo, oltre a sensori ambientali che permettono di monitorare in tempo reale variabili quali il livello di inquinamento urbano, il traffico, i tempi di percorrenza, le calorie bruciate con la pedalata, facendo della bici uno strumento "sul campo" per la gestione sostenibile del traffico urbano.
Tutte informazioni che vengono poi trasmesse via bluetooth allo smartphone collocato sul manubrio.
Il prototipo sara' presente sul mercato entro sei mesi ad un prezzo che si aggirerà attorno ai mille euro.

venerdì 11 dicembre 2009

Gli alberi? meglio quelli veri


Gli ingegneri della britannica Mechanical Engineers (IME) hanno avuto una trovata geniale: hanno richiesto al governo britannico un investimento di 11 milioni di euro per costruire alberi artificiali, volti a contenere il cambiamento climatico.

Ogni albero è capace di catturare fino a 10 tonnellate di carbonio, e costerebbe attorno ai 20.000 Euro. La Confagricoltura non sembra convinta dal progetto degli alberi artificiali dedicati a sequestro di carbonio. Si tratta di alberi sintetici che in Gran Bretagna, "piantati" in 100.000 esemplari, sarebbero in grado di eliminare le emissioni di auto, bus e camion del Paese. "Peccato che non abbiano le stesse caratteristiche di ancorare il suolo dove ce n'e' bisogno, di ricoprire di verde le colline franate, di ridare vita ai terreni improduttivi".
Confagricoltura si sofferma anche sugli alti costi: "circa 17.000 euro a finto albero a fronte di un albero latifoglia il cui costo, compreso la messa a dimora, non supera i 2,50 euro - sostiene una nota di Confagricoltura - Anche se assorbono 1000 volte piu' CO2 di un albero normale, costano quanto 6.800 alberi veri" sottolinea Confagricoltura, ricordando che "dalle pinete lungo le coste ai castagneti degli Appennini i boschi sono stati sempre piantati dall'uomo. E la sfida si combatte sull'efficienza energetica e sulle tecnologie per lo sviluppo sostenibile".
In Italia nessuna citta' ha una "green belt", ne' tantomeno viene promossa e sostenuta la piantagione di filari di alberi lungo le strade, i fossi, i fiumi e gli argini. Perfino le autostrade potrebbero essere viali verdi inseriti e legati nel paesaggio eliminando circa un quinto della CO2 prodotta dai mezzi di trasporto che le percorrono. In questa logica, Confagricoltura prosegue nel rendere operativo il suo progetto di far nascere 1 milione di alberi. "La responsabilita' dell'ambiente - conclude - e' anche nostra e intendiamo riprendercela contribuendo con altri 5.000 ettari ad accrescere di bellezza e salute il territorio italiano, gestito per la maggior parte dagli agricoltori".

I rifiuti in Italia


Il VI programma comunitario dell'ambiente pone tra i suoi obiettivi quello di monitorare i dati sulla produzione, recupero e smaltimento dei rifiuti di ogni stato membro. In Italia questo compito è svolto dall'ISPRA che annualmente redige il rapporto sui rifiuti.

Sulla base di questi dati, che fanno riferimento alla banca dati MUD 2007,cerchiamo di fare un panoramica su quella che è la situazione Italiana, inerenti alla produzione, alla raccolta differenziata e alla gestione dei rifiuti urbani.
La produzione nazionale di rifiuti urbani si attesta, nel 2007, a 32,5 milioni di tonnellate, valore analogo a quello registrato nell'anno 2006. La crescita tra il 2006 ed il 2007 risulta, infatti, inferiore alle 40.000 tonnellate, corrispondenti ad un incremento percentuale dello 0,1% circa. Va rilevato che l'andamento della produzione dei rifiuti urbani può essere legato a diversi fattori; si riscontra, ad esempio, una correlazione, più o meno evidente nei differenti anni, tra crescita della produzione degli RU e andamento degli indicatori socio economici, quali prodotto interno lordo e spese delle famiglie residenti. Un ulteriore fattore che ha potuto determinare un rallentamento della crescita della produzione dei rifiuti urbani è l'attivazione, in vari contesti territoriali, di specifiche misure di prevenzione.
Diverse amministrazioni, infatti, soprattutto quelle già molto avanzate in termini di organizzazione del sistema integrato dei rifiuti, da alcuni anni operano al fine di incentivare la prevenzione e la minimizzazione della produzione di rifiuti. Sicuramente tra queste misure un ruolo importante gioca, il diffondersi di strumenti di tariffazione puntuale dei servizi di raccolta che incidono direttamente sui prezzi dei servizi e dei processi di gestione dei rifiuti.
In vari contesti sono stati avviati strumenti finalizzati a minimizzare i flussi avviati ai sistemi di raccolta attraverso la riduzione dell'immesso al consumo di prodotti. Tra questi vanno citati, ad esempio, l'introduzione di sistemi di erogazione alla spina, la promozione dell'uso dei contenitori a rendere, la diffusione ell'utilizzo di imballaggi secondari riutilizzabili, ecc. Si diffonde anche, da diversi anni, il compostaggio domestico che sta andando peraltro incontro a rapida diffusione anche in altre aree del Paese.....
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Parco del Taro certificato Emas


La certificazione Emas è lo strumento creato dalla Comunità Europea per tutte le organizzazioni che vogliono alzare il livello delle proprie prestazioni ambientali. Attraverso il documento "Dichiarazione ambientale Emas" il Parco raccoglie le buone pratiche attivate e rende pubblico il suo programma di miglioramento, lo stato di conservazione e valorizzazione del territorio, gli ecosistemi e la biodiversità.

È il Parco Fluviale Regionale del Taro la prima area protetta in Emilia Romagna ad aver ottenuto la certificazione ambientale Emas (Eco Management and Audit Scheme), rilasciata dal Comitato interministeriale Emas dopo l'istruttoria tecnica dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale). Un riconoscimento - giunto al termine di un percorso iniziato nel 2005 con un finanziamento dell'assessorato Parchi della Provincia - che ben si integra a livello territoriale con l'analogo 'marchio verde' ottenuto dalla Provincia di Parma e dalla Comunità Montana Appennino Parma Est. Creata dalla Comunità Europea e destinata a tutte le organizzazioni che su base volontaria intendono migliorare le proprie prestazioni ambientali oltre il semplice rispetto della legge, attivando al contempo un canale di comunicazione con i soggetti interessati all'insegna della trasparenza, la certificazione Emas si traduce in un pacchetto di parametri che il Parco del Taro ha raccolto nella "Dichiarazione ambientale Emas": un documento di divulgazione delle prestazioni ambientali, del programma di miglioramento, dello stato di conservazione e valorizzazione del territorio, degli ecosistemi e della biodiversità.
"In questo volume abbiamo voluto raccogliere le azioni svolte in questi ultimi anni a testimonianza del nostro lavoro quotidiano che ha l'obiettivo non solo di rafforzare le nostre capacità organizzative ma anche di migliorare la qualità del nostro territorio e la tutela della biodiversità. - ha detto il presidente del Parco Fluviale Regionale del Taro Mauro Conti - Il percorso che ha portato alla certificazione Emas ci ha molto impegnato e adesso siamo orgogliosi di aver raggiunto l'obiettivo e di essere il primo parco in regione ad aver conseguito questo importante riconoscimento".
"La certificazione Emas indirizza in modo concreto sui miglioramenti e permette di continuare a valutarsi per raggiungere obiettivi sempre più rilevanti. - ha affermato l'assessore provinciale ai Parchi Gabriella Meo - A noi interessa non solo la buona gestione dei nostri parchi e del territorio ma anche creare dei modelli esportabili perché credo che abbiamo molto da offrire e anche qualcosa da insegnare".
Già nella prossima primavera, la certificazione concessa sarà oggetto di verifica 'sul campo': l'obiettivo di Emas è infatti quello di promuovere un miglioramento costante delle prestazioni ambientali attraverso l'introduzione - e l'attuazione - di un Sistema di Gestione Ambientale certificato da un Ente terzo accreditato, rendendo allo stesso tempo routine la valutazione sistematica della sua efficacia e prescrivendo un'informazione esaustiva sulle prestazioni ambientali attraverso dialogo e comunicazione verso l'esterno, in particolare rispetto ai 'portatori di interesse'. Altro requisito, la formazione e la partecipazione dei dipendenti stessi.
Cliccare qui per saricare la dichiarazione ambientale completa del parco

IL WWF nelle piazze raccoglie "voti per la Terra"


Sabato 12/12, Copenaghen-Italia: giornata di mobilitazione delle associazioni per il clima. Appuntamento centrale a Roma, in piazza Farnese: alle 12.00 il direttore scientifico WWF Gianfranco Bologna e tutto il giorno la clima-car WWF Piazze piene anche a Milano, Firenze, Venezia, Palermo e in decine di altre città.

Anche il WWF scende in piazza domani, sabato 12 dicembre, per la grande mobilitazione per il clima organizzata dalle associazioni a Copenaghen e contemporaneamente in oltre 130 Paesi, sotto lo slogan "Il mondo vuole un accordo reale". Proprio mentre i ministri inizieranno ad arrivare nella città danese, circa 3.000 eventi in tutto il mondo faranno sentire la voce di milioni di cittadini che da ogni parte stanno chiedendo un accordo sul clima equo, ambizioso, efficace e legalmente vincolante.
In Italia, in occasione della mobilitazione mondiale, il WWF porterà la campagna "Un voto per la Terra-Vote Earth" nelle '100 piazze per il clima' che per tutto il giorno saranno animate da concerti, mostre, mercatini, biciclettate organizzati dalla coalizione "In marcia per il clima", di cui il WWF fa parte, per sensibilizzare i cittadini sull'urgenza di affrontare i cambiamenti climatici.
L'appuntamento centrale è a Roma, in piazza Farnese: a mezzogiorno sarà presente Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia, mentre per tutto il giorno si potrà registrare il proprio 'voto per la terra' sulla clima-car del WWF, l'auto elettrica che fino al 18 dicembre porterà la campagna per il clima dell'Associazione nelle strade della capitale.
Il 16 dicembre, i voti raccolti nelle piazze italiane e in tutto il mondo attraverso il web (in Italia su www.wwf.it), verranno portati a Copenaghen e mostrati ai leader del pianeta su un grande planisfero luminoso, per far sentire la massima pressione possibile su chi dovrà decidere del futuro del mondo.
Il WWF sarà presente anche in piazza san Babila a Milano (sia sabato che domenica), e poi a Bologna, Firenze, Venezia, Palermo, Caserta, Potenza, Siena, Prato, e molte altre città su tutto il territorio nazionale. Partecipano alla mobilitazione anche l'Oasi WWF di Valle Averto (VE) e il Centro di Educazione Ambientale di Giulianova (TE).
"Il cambiamento climatico costituisce un chiaro e drammatico effetto delle pesanti trasformazioni alle quali abbiamo sottoposto la natura della nostra bellissima Terra - ha detto Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia che domani sarà a Roma, in piazza Farnese - Non possiamo più andare avanti su questa strada. E' fondamentale cambiare rotta, uscendo dall'economia dei combustibili fossili e avviando una nuova economia che tenga finalmente in conto la natura. Copenaghen costituisce un'occasione straordinaria per avviarci seriamente su questo percorso cogliendo tutte le opportunità. Votare la Terra significa spingere i decisori politici a occuparsi concretamente del nostro futuro, ad avere capacità di innovazione e una prospettiva che superi il breve spazio temporale che li riguarda. Tutti noi siamo parte del problema ma tutti noi possiamo essere parte della sua soluzione."
La campagna "Un voto per la Terra - Vote Earth" rappresenta il momento cruciale delle iniziative organizzate per l'Anno del Clima dalla campagna Generazione Clima del WWF, a chiusura di un intero anno di azioni di sensibilizzazione, mobilitazione, relazioni con le imprese e pressing sulle istituzioni, con l'obiettivo di avviare un nuovo futuro nel segno della sostenibilità e vincere la sfida dei cambiamenti climatici.

COP15, ci sono le basi per l'accordo.


Ora servono volonta e impegno finanziario. Questa è la reazione del WWF alle bozze appena circolate questa mattina al Summit di Copenaghen preparata dai Chair dei due gruppi di lavoro, quello sotto la Convenzione e quello sotto il protocollo di Kyoto.

Il testo è la base intorno a cui ruoteranno i negoziati da oggi in poi e che i Ministri in arrivo nella capitale danese troveranno sul tavolo delle discussioni.
"I testi gettano le basi per poter prendere delle decisioni politiche corrette. Contengono molte parentesi e molti spazi vuoti, ma dimostrano anche chiaramente che un accordo a Copenaghen è possibile"- ha dichiarato dal Bella Centre di Copenaghen, dove sta seguendo i negoziati, Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del WWF Italia.
"Le parti su cui occorre trovare un accordo sono ora evidenti e sono necessari una volontà politica forte e un impegno finanziario concreto per aiutare a superare gli ostacoli.
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mercoledì 9 dicembre 2009

Le riserve naturali non catturano più le emissioni di CO2


E' il risultato di una ricerca condotta da 31 ricercatori di 7 Paesi che dimostra come le riserve naturali di anidride carbonica non compensano più le emissioni di gas climalteranti che derivano dall'attività dell'uomo.

Negli ultimi cinquanta anni il 43% di emissioni è rimasto in atmosfera, il resto è stato assorbito dalle riserve naturali di CO2 che sono presenti nel terreno e negli oceani. Questo è uno dei dati che emerge dallo studio internazionale condotto da 31 ricercatori di Gran Bretagna, Australia, Stati Uniti, Francia, Brasile, Norvegia e Olanda.
Condotta nell'ambito del Global Carbon Projects e pubblicata sull'edizione on line della rivista Nature Geoscienze, questa ricerca dimostra e rende pubblica la rottura di un equilibrio: le riserve naturali di anidride carbonica presenti nel terreno e negli oceani non riescono più a compensare le emissioni di gas climalteranti che l'uomo produce.
Lo studio evidenzia che dal 1959 al 2008 si è rilevata una perdita di efficienza delle riserve naturali: si è passati dal 40 al 45% in più di frazione rimasta nell'atmosfera. Dal 1990 al 2008 le emissioni sono aumentate del 41%, in particolare tra il 2000 e il 2008 questo incremento è stato del 29%; nel solo 2008 le emissioni sono aumentate complessivamente del 2%. Sempre nel periodo 200o-2008 si è registrato un aumento annuale del 3,4% delle emissioni di CO2 derivate da combustibili fossili, contro l'1% annuale degli anni '90.
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Copenaghen, bozza Danese debole


Il Wwf afferma che la bozza danese proposta è debole, i negoziati continuano sui testi che sono stati già prodottti. E come se non bastasse c'è la possibilità che vengano esclusi i paesi più vulnerabili.

I negoziati paralleli su una bozza di trattato di Copenaghen politicamente ma non legalmente vincolante, bozza pubblicata oggi dal quotidiano inglese The Guardian, deludono fortemente il WWF. Il testo proposto dal Primo ministro danese è debole e troppo elitario. L'approccio della presidenza danese è selettiva e non trasparente.
"Comprendiamo e condividiamo l'enorme frustrazione dei paesi poveri e più vulnerabili. Chiediamo con urgenza alla presidenza danese di cambiare radicalmente atteggiamento e di adottare un metodo collaborativo e di ascolto. Crediamo anche che questo è stato uno dei segnali politici mandati dalla Presidente della COP15 Connie Hedegaard nel suo discorso inaugurale fatto ieri -ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Programma clima ed energia del WWF Italia e presente al Summit - Focalizzarsi sul testo danese oggi rappresenta una distrazione dai negoziati che sono appena cominciati a Copenaghen. Le trattative devono focalizzarsi sul testo che è stato finora oggetto di negoziazione e non su un nuovo testo che scaturisce da colloqui in piccoli gruppi".
Nella bozza apparsa sul sito del quotidiano britannico The Guardian, si definiscono le linee di un accordo "politicamente vincolante" di Copenaghen, cui dovrebbe seguire un trattato legalmente vincolante. Tale testo e' stato pero' discusso solo con alcuni paesi, tagliando completamente fuori i paesi maggiormente vulnerabili ai cambiamenti climatici, Africa e piccole Isole.

sabato 5 dicembre 2009

I marchi meno ecologici


Nonostante gli allarmi per il riscaldamento globale, gli appelli che da più parti gli esperti fanno con l'obiettivo di convincere politici e gente comune a limitare drasticamente il livello di emissioni, non sono pochi i grandi gruppi internazionali che non hanno ridotto le proprie emissioni.

Secondo una ricerca britannica denominata Brand Emissions, la quale si occupa, di verificare il livello di emissioni prodotto dai grandi "brand" internazionali, considerando ben 600 marchi tra i più noti, si arriva ad una conclusione di totale bocciatura per buona parte di essi. Due terzi tra questi 600 non è stato ritenuto sufficientemente organizzato nel ridurre le proprie emissioni, con un discreto numero che è addirittura stato capace di aumentarle.
Il rapporto non manca comunque di fare i nomi, regalando un po' di pubblicità positiva ai più "diligenti", ma penalizzano in questo modo, in maniera meritatissima, i brand meno attenti ad un problema globale di questo livello.
Se gruppi come Accenture, Standard Chartered, Ericsson, T-Mobile, Tesco, KPMG, Dell, BMW, Eurotunnel e AMD hanno diramato dati relativi alle emissioni assolutamente positivi, riuscendo a diminuire i loro livelli rispetto all'anno precedente, non altrettanto hanno fatto ben 122 marchi tra cui Sky, Barclays e eBay, che hanno invece visto aumentare la quantità di gas serra prodotto dalle proprie attività nel 2008.
Decisamente bocciati a causa non solo dell'aumento di emissioni prodotte ma anche e soprattutto per l'assenza di precise strategie di miglioramenti, troviamo invece marchi come Acer, Finnair, Juniper Networks, Premier Inn, Billabong International, Costa, Unisys, TNT, Gossard e Aegon, mentre rimangono in sospeso marchi come Harvey Nichols, McDonald's, Porsche, Google, McKinsey e Amazon, per i quali, almeno per i primi tre, non sembra esserci alcun proposito di migliorare, mentre per gli altri non è stato possibile verificare i valori delle emissioni prodotte nell'anno passato.

venerdì 4 dicembre 2009

Decorazioni ecologiche per il natale bolognese


Si chiamano Coco-Christmas, le decorazioni natalizie realizzate con una fibra di cocco, glitterate con vernice naturale derivata dal titanio e contenenti semi di fiori che una volta disfatto l'albero, possono essere liberate dall'involucro e interrate in vaso o in un giardino.

L'intero progetto, che ha invitato tutti a "pensare alle Coco-Christmas sia per decorare i propri alberi, sia per fare un regalo completamente ecologico e utile all'ambiente", nasce all'interno del laboratorio di ricerca di Eugea, uno spin-off dell'Universita' di Bologna dove lavorano giovani studiosi. Le decorazioni sono, inoltre, confezionate interamente a mano con cartone reciclato da 4 cooperative sociali (Asscop, Marakanda, La Rupe e Nazareno Work).
Le originalissime 'Coco-Christmas', 100% ecocompatibili, sono state scelte dal Comune di Bologna per decorare l'albero di Natale che sara' allestito in piazza Liber Paradisus. Si tratta di un pino rosso di 5 metri (che sara' rinvasato alla fine delle feste). Ma la particolarita' delle Coco-Christmas e' che, una volta disfatto l'albero, possono essere liberate dall'involucro e interrate in vaso o in un giardino.
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Parte il "Climate express" Bruxelles-Copenaghen


Il simbolico viaggio iniziato da Kyoto il 19 novembre si chiuderà il 5 dicembre nella capitale danese. Ultima tratta Bruxelles-Copenaghen a bordo di un treno a emissioni zero che porterà al vertice sul Clima 400 eco-passeggeri. "Se i passeggeri avessero raggiunto Copenaghen in aereo, avrebbero prodotto 115kg di CO2 a testa".

Il 5 dicembre il Direttore Generale dell'Unione Internazionale delle Ferrovie (UIC) Jean-Pierre Loubinoux, ideatore dello speciale treno per Copenaghen, insieme al direttore generale dell'UNEP Achim Steiner e al direttore generale del WWF James P. Leape, ospiteranno a bordo del treno "Climate Express" più di 400 eco-passeggeri - negoziatori del trattato sul clima, ambientalisti e giornalisti, business leader - per portarli a Copenaghen, sede del vertice sul Clima (COP 15), che inizierà il 7 dicembre. L'obiettivo del viaggio è di supportare e incoraggiare i decisori politici nell'elaborare il trattato che dovrà succedere al Protocollo di Kyoto, il primo impegno internazionale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Il viaggio è anche l'occasione per sottolineare che il futuro accordo sul clima e le relative politiche di attuazione devono affrontare anche le emissioni in aumento del settore trasporti.
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Award Ecohitech 2009, i vincitori


Alla sua 11^ edizione, l'evento si sposta a Roma e premia gli acquisti verdi e l'innovazione sostenibile.

Ha riscosso grande successo l'undicesima edizione dell'Award Ecohitech, il primo e più importante riconoscimento per i risultati raggiunti in tema di eco-compatibilità e risparmio energetico nei settori dell'elettronica, dell'Ict e della tecnologia in generale, svoltosi in questi giorni presso il Four Points Hotel by Sheraton di Roma. L'evento, organizzato dal Consorzio Ecoqual'It (Consorzio di servizi per la ecoqualità nell'hitech) grazie al contributo di Ministero per lo Sviluppo Economico, Regione Lazio, Sviluppo Lazio e ICE, ha valorizzato anche quest'anno le iniziative di aziende e Comuni eco-virtuosi e i prodotti tecnologici a minore impatto ambientale. Il tutto si è svolto all'interno di un convegno in cui si è parlato di eco-progettazione e seconda vita dei prodotti, di riuso e di acquisti Verdi, dei criteri richiesti dalla pubblica amministrazione e delle risposte delle PMI italiane.
Erano presenti alla premiazione e al convegno su tecnologia e ambiente che ne ha fatto da cornice diverse personalità politiche e istituzionali, tra cui:
Bruno Agricola, Direzione Generale Ministero dell'Ambiente - Filippo Zaratti, Assessore all'Ambiente Regione Lazio - Paolo Pipere, Responsabile Ambiente della CCIAA di Milano - Lidia Capparelli, Consip - Guy Gazzetta, ICE. All'evento hanno inoltre partecipato molti sindaci e Assessori all'Ambiente dei
Comuni premiati e alcuni importanti rappresentanti di grandi aziende del settore hitech.
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Legambiente, 100 piazze per il clima


Con un appello, una vasta mobilitazione di piazza e due maxi pinguini oltre 15milioni di cittadini chiedono: "Fermiamo la febbre del Pianeta!".

"Obiettivo: Copenaghen". Sono oltre 15milioni i cittadini che attraverso le associazioni promotrici della coalizione nazionale In marcia per il clima chiedono al Governo di promuovere un'azione forte e vincolante per la riduzione delle emissioni climalteranti. 15 milioni di persone convinte dell'urgente necessità di risolvere il problema che sta minacciando tutto il Pianeta e condannando all'esodo forzato, già ora, milioni di abitanti delle aree più povere del mondo.
Il prossimo summit dell'Onu, che si terrà nella capitale danese dal 7 al 18 dicembre, ha assunto i caratteri di un appuntamento fondamentale e improrogabile. L'Italia e l'Europa sono chiamate quindi ad assumere precise responsabilità e a impegnarsi in termini di riduzione delle emissioni di CO2 e di sviluppo delle rinnovabili, affrontando le questioni chiave che ancora impediscono il raggiungimento di un accordo globale.
"L'Europa sia pronta a mettere sul piatto della bilancia il passaggio al -30% di riduzione delle emissioni climalteranti al 2020 - ha dichiarato la Coalizione In marcia per il clima -. Non possiamo limitarci ai buoni propositi. Il summit di Copenaghen può rappresentare lo start del cambiamento reale, il principio dell'inversione di tendenza necessaria per la salvaguardia del Pianeta, attraverso un accordo vincolante e operativo o che almeno definisca un'agenda - inderogabile e puntuale - per il raggiungimento di questo obiettivo entro i primi sei mesi del 2010.
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Gli incentivi alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica


Come, dove, quando e perché, a cura di Anna Bruno, Edizioni Ambiente. 2009 - pagine: 256 - euro 18,00.

Un manuale che aiuta ad affrontare i percorsi normativi e procedurali degli incentivi alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica. I contenuti sono tratti da alcune sezioni del sito Nextville.it, e sono rielaborati e riorganizzati per offrire un facile livello di consultazione del volume. I testi mantengono però l'impostazione editoriale che caratterizza il sito: e cioè ricostruire i concetti astratti e specialistici delle norme in un linguaggio quanto possibile semplificato, distinguere le informazioni principali da quelle secondarie, fornire esempi dove possibile, approfondire separatamente i temi di contesto.

* Quantità e qualità dell'energia. Perché si incentivano le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica
* Detrazioni fiscali legate agli edifici esistenti, al riscaldamento e alle apparecchiature efficienti
* Impianti a fonti rinnovabili: procedure di avvio, agevolazioni e incentivi "semplificati"
* I meccanismi incentivanti legati al mercato: i Certificati Verdi e i Certificati Bianchi

E' il tempo della contabilità verde


Le carenze del PIL come misura del benessere economico e sociale è stata riconosciuta da tempo. Ora la crisi economica e ambientale hanno creato l'impulso politico per una radicale revisione dei metodi di contabilità nazionale.

Il PIL tiene conto solamente delle transazioni in denaro e tratta le transazioni come positive, non fa distinzione tra le attività che contribuiscono al benessere e quelle che lo diminuiscono. Nel Novembre 2007 si è tenuta a Bruxelles la conferenza internazionale "Beyond GDP" ("Oltre il PIL") organizzata dalla Commissione europea, dal Parlamento Europeo, dall'OCSE e dal WWF, che ha richiamato leader politici, la Banca Mondiale e le Nazioni unite con l'obiettivo di chiarire quali possano essere gli indicatori più appropriati per misurare il progresso. Nel corso della conferenza stampa di inizio 2008, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha annunciato di aver incaricato due premi Nobel per l'economia, l'americano Joseph Stiglitz e l'indiano Amartya Sen, di riflettere su come cambiare gli indicatori della crescita in Francia.
C'è bisogno di indicatori per assicurare che le politiche e gli investimenti migliorino e garantiscono il benessere e le informazioni per le generazioni attuali e future. Chiaramente, questo comporta difficoltà concettuali e pratiche. Dal punto di vista ambientale, la sfida principale consiste nel definire, quantificare e valorizzare il capitale naturale. Considerando che l'attività economica è quantificata in termini monetari e registrata in contabilità aziendale, esistono molti meno sistemi per misurare l'entità e il costo dell'impatto sull'ambiente. Per rispondere a questa esigenza, l'Agenzia europea dell'ambiente (EEA) sta sviluppando tecniche coerenti di contabilità nazionale per registrare il contributo degli ecosistemi per il benessere della società.
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giovedì 3 dicembre 2009

Fotovoltaico, più conveniente il prossimo anno


E' quanto risulta da una ricerca dell'Eu Energy Institute, citata dalla Bbc. In Italia sarà possibile per il fotovoltaico raggiungere la grid parity, ovvero prezzi competitivi con l'elettricità da fonti tradizionali, già dal prossimo anno.

Lo studio afferma che la durata dei pannelli solari in esercizio è superiore al previsto e questo ne abbatte i costi, inoltre l'Italia, favorita dal clima soleggiato, ha costi per l'elettricità da fonti tradizionali molto alti, questo dovrebbe consentire al nostro paese di avere un fotovoltaico competitivo subito, mentre per altri paesi con un clima meno favorevole, come la Gran Bretagna, la grid parity arriverà solo nel 2030.
Secondo lo studio, una parte dell'Europa potrebbe ottenere la parità tra i prezzi dell'energia da fonti tradizionali e quella dal fotovoltaici, senza incentivi, nel 2020. Il costo di installazione e possesso dei pannelli fotovoltaici è destinato è scendere più velocemente del previsto, anche perché i test dimostrano che il 90% del pannelli ha una vita media di 30 anni, invece dei 20 previsti. E questo, secondo l'Eu Energy Institute, abbatte il costo complessivo dei pannelli al punto che diverranno un investimento così conveniente a lungo termine che le banche potrebbero offrire mutui su di essi così come fanno per le case.
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Jessica, il fondo per l'efficienza energetica


E' il nome che la Banca europea per gli investimenti (Bei) e la Regione Siciliana hanno annunciato dopo l'accordo per la creazione di un Fondo di Partecipazione, Jessica appunto, dotato di un capitale di 148 milioni di euro destinato a finanziare la riqualificazione urbana e l'efficienza energetica nelle città siciliane.

Nel nostro paese è la prima iniziativa del Fondo, attualmente circa 20 Paesi Ue hanno deciso o stanno valutando l'attivazione di Fondi Jessica a sostegno dell'attività di investimento a favore delle proprie aree urbane e sette iniziative sono già operative in Portogallo, Inghilterra, Spagna, Lituania e Polonia.
Jessica (Joint European Support for Sustainable Development in City Areas) è un'iniziativa congiunta della Commissione europea e della Bei, con la collaborazione della Banca di Sviluppo del Consiglio d'Europa, che ha il fine di incentivare gli investimenti nelle aree urbane attraverso l'uso più efficace dei Fondi Strutturali europei a disposizione delle regioni degli Stati membri della Ue.
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Il bilancio di sostenibilità come strumento per la gestione sostenibile e responsabile


Il concetto di responsabilità sociale di impresa viene ricondotto oggi all'insieme dei processi che le imprese intraprendono per ridefinire la propria governance nell'ottica di rispondere responsabilmente alle istanze che provengono dalla molteplicità di attori interni, esterni, sociali e istituzionali con i quali quotidianamente l'impresa stessa interagisce.

Nel Libro Verde dell'Unione Europea "Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese" un'impresa è definita socialmente responsabile se decide "di propria iniziativa di contribuire a migliorare la società e rendere più pulito l'ambiente". Quindi responsabilità sociale e sostenibilità sono strettamente intrecciate in un modello che vede l'impresa inserita completamente nel contesto economico, sociale e ambientale in cui agisce e con cui si rapporta.
Ma oggi il problema di trovare un modo più efficace per ricercare il necessario consenso e la legittimazione sociale intorno alla propria attività si pone non solo per le imprese private, ma anche in maniera forte per i soggetti pubblici che vivono una crisi di comprensione e condivisione del proprio ruolo e delle proprie funzioni.
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Agenda 21 Italia alla COP15 di Copenaghen


Anche Agenda 21 Italia sarà presente alla Conferenza mondiale sul clima di Copenaghen - COP15. Il 12 dicembre 2009 verrà presentata ai partecipanti della COP15 la Carta delle Città e dei Territori d'Italia per il Clima insieme alla versione definitiva dell'Allegato alla Carta.

Il Coordinamento Agenda 21 Locali sarà il portavoce degli enti locali italiani alla Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici - COP15, in programma a Copenaghen dal 7 al 18 dicembre 2009. Agenda 21 Italia sarà presente alla conferenza come associazione non governativa, con una delegazione di 30 membri. E il 12 dicembre 2009, nell'ambito COP15, il Coordinamento Agende 21 Locali Italiane presenterà ai partecipanti, provenienti da tutto il mondo, la Carta delle Città e dei Territori d'Italia per il Clima insieme all'Allegato alla Carta.
Nella Carta delle Città e dei Territori d'Italia per il Clima, già presentata a Roma il 3 aprile 2009, i Comuni, le Province e le Regioni d'Italia si impegnano ad adottare politiche e azioni integrate di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici che consentano di ridurre di oltre il 20% le emissioni di gas serra. Nel documento vengono anche rivolte al Governo italiano diverse richieste per trasformare gli enti locali in soggetti attivi delle politiche sui cambiamenti climatici.
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Arriva l'ospedale a kilometro zero...


Cibi locali per aiutare l'ambiente e la salute dei pazienti, arriva a pochi giorni dall'avvio del vertice sul clima di Copenaghen un nuovo progetto che concilia sostenibilità e salute.

Apre in Veneto il primo ospedale a chilometri zero che offre ai propri pazienti i prodotti agroalimentari delle aziende agricole locali, freschi, sicuri e che arrivano dal circondario, riducendo l'inquinamento ambientale dovuto ai trasporti ed il suo impatto sul clima. Il progetto denominato "Ospedale più ospitale" nasce per iniziativa della Ulss 19 di Adria in provincia di Rovigo alla quale la Coldiretti assegnerà la targa "a km zero" domani 4 dicembre, alle ore 11, nel salone d'ingresso dell'ospedale vecchio della città, dove verrà presentato il nuovo menu'.
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mercoledì 2 dicembre 2009

I McDonald diventano ecologici


Un pò di tempo fà McDonald's stava considerando l'idea di realizzare dieci prototipi di ristoranti "green" per testare diversi metodi di risparmio energetico e riduzione dei rifiuti prodotti, che sia questa la volta buona?

Il tentativo passato rappresentava, almeno secondo Bob Langert, vice-presidente per la Responsabilità d'Impresa di McDonald's, un laboratorio di importanza fondamentale per una società che spende annualmente 1,7 miliardi di dollari di energia e 1,3 miliardi per la gestione dei rifiuti. Il progetto prevedeva l'utilizzo di materiali compostabili per il packaging dei prodotti "trasformando la spazzatura in qualcosa di utile".
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Neve artificiale, e la sostenibilità?


I periodi pre e post in coda al freddo sono i momenti durante i quali si ricorre più intensamente all'innevamento artificiale per tentare di anticipare e prolungare il più possibile la stagione sciistica. Ma ci si è mai chiesti quale costo economico e ambientale ha l'innevamento artificale?

I suoi costi sono elevatissimi, nelle Alpi, un numero sempre maggiore di piste da sci è dotato di impianti di innevamento artificiale e già oggi molti comprensori sciistici sono in grado di innevare il 100% delle piste. All'inizio la neve artificiale doveva servire ad attenuare alcune "debolezze" dell'innevamento naturale, soprattutto la sua imprevedibilità, ma ormai sempre più spesso l'innevamento naturale è visto come un'integrazione della neve artificiale e non viceversa.
Gli ambientalisti e il settore turistico sono spesso in contrasto sull'uso dei cannoni artificiali, L'aumento della temperatura e la minore sicurezza dell'innevamento, insomma il cambiamento climatico, contribuiscono ad accentuare questo conflitto. Non sono messi in discussione solo gli effetti dell'innevamento artificiale sull'ambiente, ma anche il finanziamento degli impianti di innevamento, che richiede investimenti dell'ordine di 140'000 Euro per ogni ettaro di pista.
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I Raee e gli obiettivi di politica ambientale nazionale


Consorzio ReMedia ed il sistema nazionale di gestione dei Raee nel suo complesso chiudono il 2009 con ottimi risultati; il 2010, con l'attuazione della raccolta anche presso i punti vendita segnerà un vero punto di svolta verso risultati sempre più in linea con l'Europa.

A parlare è il Sen. Andrea Fluttero, Segretario della Comm. Ambiente del Senato, secondo il quale i cittadini sono consapevoli dell'importanza di una buona raccolta differenziata e che i Comuni, tramite i loro consorzi, i produttori ed i distributori consorziati hanno operato con impegno ed efficienza per recuperare rapidamente il ritardo che ci caratterizzava in questo settore rispetto agli altri paesi europei.
Il sistema nazionale della gestione dei Raee ha attuato - nel 2005 con il decreto e nel 2008 con l'avvio operativo - un approccio nuovo nella gestione dei rifiuti, nello scenario precedente caratterizzato da una logica di "Consorzio unico" o "Obbligatorio" con cui tuttora convive, approccio che accompagnato dal necessario ruolo di controllo pubblico, può consentire un aumento dell'efficienza complessiva del sistema ed un contenimento dei costi per i consumatori.
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-40% di emissioni in Europa? Possibile ma serve volontà politica

A pochi giorni dall'appuntamento delle Nazioni Unite a Copenhagen, viene presentato oggi in tutta Europa il rapporto "Europe's share of the Climate Challenge - Domestic actions and International obligations to protect the planet", uno studio commissionato dagli Amici della Terra Europei allo Stockholm Environmental Institute (SEI).

l rapporto, in accordo con le raccomandazioni dell'IPCC, mostra la fattibilità per l'Europa di ridurre le proprie emissioni di gas serra del 40% entro il 2020 e del 90% entro il 2050, rispetto all'anno base 1990. Lo studio analizza vari scenari di evoluzione del sistema energetico Europeo e ipotizza il raggiungimento degli obiettivi indicati attraverso politiche integrate di efficienza energetica "spinta" in ogni settore (dai trasporti, all'industria, all'edilizia). Lo sviluppo di fonti rinnovabili non dovrebbe limitarsi alla produzione di elettricità ma estendersi anche al calore. Al contempo, il rapporto ritiene indispensabile un progressivo e armonioso cambiamento degli stili di vita dei cittadini europei, compatibile con le esigenze di crescita del sistema economico.
Massimiliano Bienati, responsabile per le campagne internazionali degli Amici della Terra-Italia, dichiara "Il rapporto conferma, su scala Europea, la posizione espressa dagli Amici della Terra-Italia sulle potenzialità di un piano di efficienza energetica affiancato allo sviluppo di fonti rinnovabili per la produzione di elettricità e calore nel rispetto del territorio. Decidendo su queste priorità e concentrando su di esse gli investimenti senza inutili sprechi è possibile avviare un'uscita razionale dalla dipendenza dai combustibili fossili."
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sabato 28 novembre 2009

Frane di Messina e Ischia: prime analisi e pianificazione territoriale sostenibile

Frane, dissesto del territorio, rischio idrogeologico: queste parole sono purtroppo di stretta attualità dopo i tristi avvenimenti del primo ottobre e del 10 novembre a Messina e a Ischia. Che cosa sta succedendo al nostro territorio? Si tratta di calamità, di fenomeni imprevedibili o ci sono responsabilità umane? Come possiamo correre al riparo per il futuro?

Sul sito dell'Ispra è stata pubblicata un'intervista al dott. Puglisi, geologo, anzi geomorfologo applicato, come lui stesso si definisce in cui fa il punto della situazione sulle frane in Italia anche alla luce dei recenti disastri di Messina e Ischia. Nella zona del Messinese si stima che, in circa 50 kmq, si siano verificate tra le 400 e le 600 frane. Il problema più urgente però è quello di valutare il rischio residuo dei versanti. Infatti, oggi il problema non è riferibile esclusivamente alle aree dove i fenomeni franosi sono già avvenuti, ma a tutte quelle aree che hanno avuto piccoli movimenti che non si sono evoluti in vere e proprie frane: per queste zone la stabilità potrebbe essere a rischio.
In Italia un Comune su tre è a rischio frana, però è assolutamente inesatto parlare genericamente di rischio da frana. L'analisi del rischio deve essere fatta per tipologia di frana perché ad ogni frana è associato un rischio diverso. È come se parlassimo di una malattia che ha molte varianti, ognuna con la sua specificità sia in termini di gravità che in termini di terapia.
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La mappa del rumore in Europa

Dal rapporto pubblicato dall'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) sul grado di inquinamento acustico prodotto dalle principali infrastrutture per il trasporto aereo, ferroviario e stradale in Europa (aeroporti con oltre 50.000 movimenti aerei, assi stradali con oltre 6 milioni di veicoli l'anno e assi ferroviari con oltre 60.000 transiti di convogli) e in 102 dei suoi maggiori agglomerati urbani (città e aree metropolitane con oltre 250.000 abitanti), risulta che il sistema dei trasporti e' la prima fonte di inquinamento acustico in Europa.

La mappa del rumore in Europa e'una banca dati georiferita, strutturata come strumento interattivo e di facile consultazione, che riepiloga i dati relativi alle mappe acustiche strategiche trasmesse da 19 dei 32 stati e paesi membri pervenute al 20 febbraio 2009, in conformità con quanto previsto dalla Direttiva Europea 2002/49/CE.
La direttiva si occupa solo del rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto e dal rumore industriale.
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Costruire strade con rifiuti?

Il giorno venerdì 11 dicembre dalle ore 9.00 alle ore 13.00, a Padova, presso l'Archivio Antico (Palazzo BO, via VIII Febbraio), si terra' la seconda edizione della giornata di studio "Costruire strade con rifiuti?", organizzato dal Prof Ing Marco Pasetto del Dipartimento Costruzioni e Trasporti dell'Università degli Studi di Padova.

Nel 2008, alla sua prima edizione, il convegno si era proposto come momento tecnico scientifico di alto livello per approfondire le potenzialità applicative del corretto utilizzo dei materiali marginali nelle infrastrutture e nell'edilizia, così come previsto dalla normativa europea e italiana, non solo per evitare l'utilizzo di materiali naturali ma, soprattutto, per promuovere una nuova logica di costruzione basata su un'alta professionalità e grande attenzione alla salvaguardia ambientale e alla normativa.
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venerdì 27 novembre 2009

Il messaggio di Michael Jackson sull'ambiente in This-is-it

Durante le prove del suo tour (50 date tutte sold-out), dalle quali è poi uscito il film nelle sale di tutto il mondo, si dice che il Re del Pop stava pensando di inserire anche due canzoni dal tema ecologico.

Non vogliamo pubblicizzare il film, ma sembra che anche Michael Jackson volesse inviare il suo messaggio di speranza per l'ambiente. Si sa che dalle prove del concerto e dai dietro le quinte sono state prese più di 100 ore di filmati, da destinare ad una produzione massiccia, che doveva segnare ritorno di Jackson sul palco dopo 10 anni di pausa, in queste si può ammirare anche uno scorcio di Jackson il perfezionista, l'uomo, ma anche una persona estremamente preoccupata per la salute del Pianeta.
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Gli americani e i loro rifiuti...

Gli States grazie alla loro società consumistica, rappresentano lo stato "sprecone" per eccellenza e purtroppo da consumo a rifiuto il passaggio è breve.

Kevin Hall, ricercatore del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases di Bethesda nel Maryland, ha pubblicato sulla rivista PLoS ONE una ricerca in cui rende noto che considerando soltanto gli scarti alimentari degli Stati Uniti, i rifiuti commestibili degli americani potrebbero sfamare buona parte della popolazione africana.
La sua ricerca di basa su un calcolo molto semplice: il fabbisogno giornaliero umano è di circa 2.000 calorie. Tutti i giorni ogni americano getta nella pattumiera circa 1.400 calorie in media, cioè quasi tre quarti del fabbisogno di un altro essere umano. Dunque ogni americano potrebbe teoricamente sfamare un africano. Nel continente nero ci sono circa 900 milioni di persone, gli americani sono 300 milioni, quindi a grandi linee si può affermare che con l'immondizia americana si potrebbe sfamare un terzo della popolazione dell'Africa.
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L'Aquila rinasce dalle macerie

1 dicembre 2009 - ore 14:00 - 19:30 sala Conferenze - CARISPAQ, Via Pescara 2 - L' Aquila.

È questo il tema del seminario organizzato dal quotidiano Rinnovabili.it che si terrà nel capoluogo abruzzese e al quale parteciperanno tutte le realtà impegnate nella fase della ricostruzione: il Comune di L'Aquila, la Regione Abruzzo, la Provincia di L'Aquila, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana.
Obiettivo quello di tracciare un percorso scientifico e concreto affinché la ricostruzione rappresenti un esempio virtuoso di sostenibilità, interrogandosi sulla possibilità di trasformare uno dei principali ostacoli al processo di rinascita urbano in una nuova opportunità ambientale.
Per scaricare il programma completo del seminario, cliccare qui.

giovedì 26 novembre 2009

Ritirato dalla finanziaria l'emendamento sulle rinnovabili

Anche questa volta le associazioni di categoria ANEV, APER, ASSOSOLARE, FEDERPERN, FIPER, GREENPEACE ITALIA, ISES ITALIA, ITABIA, KYOTO CLUB e LEGAMBIENTE, attraverso un Documento Congiunto, sono riuscite a far eliminare dalla finanziaria l'emendamento sulle fonti rinnovabili.

A quanto si apprende, l'emendamento di fonte governativa alla Finanziaria per il 2010, contenente drastici tagli all'incentivazione delle fonti rinnovabili, è stato ritirato, così come richiesto dalle Associazioni, attraverso un Documento Congiunto, sottoscritto in data 24 novembre 2009, nel quale esse manifestavano la loro preoccupazione verso un provvedimento che avrebbe ostacolato lo sviluppo delle rinnovabili.
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Energia osmotica, una nuova fonte rinnovabile?

Cosa è l'osmosi? E' il processo che tende a diluire la soluzione più concentrata passando attraverso una membrana semipermeabile. Come è possibile trarre energia da questo processo?

La nuova tecnologia nasce in Norvegia e va ben oltre le rinnovabili che conosciamo oggi, la nuova tecnologia produce energia sfruttando la pressione idrostatica che si crea quando l'acqua dolce passa attraverso una speciale membrana di acqua salata. Il progetto è venuto alla luce grazie alla Statkraft, un'azienda norvegese che si occupa di fonti energetiche rinnovabili.
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martedì 24 novembre 2009

Vodka equo-solidale, arriva Fair

Etica dal punto di vista della produzione, nasce così Fair, il primo liquore certificato Fair Trade del mondo. Fair è infatti una vodka realizzata con gli ingredienti provenienti dal circuito del commercio equo e solidale.


Il processo di produzione della vodka prevede la distillazione del frumento, solitamente è un distillato forte, incolore, ma può essere realizzata anche con altri cereali, come ad esempio la quinoa. Dalla intuizione di Jean- Francois Daniel, che ha usato questo cereale, è nata Fair, ottenuta appunto dalla distillazione della quinoa boliviana prodotta nel rispetto dei lavoratori del Sud del Mondo.
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