mercoledì 10 marzo 2010

La metro milanese passa al fotovoltaico

Non parliamo di un progetto futuro ma di un'opera "verde" già realizzata e funzionante. Infatti la linea M1 della metropolitana di Milano, gestita da ATM, da tre mesi è alimentata in parte da energia fotovoltaica.

I pannelli solari sono stati installati sul tetto di un deposito della società cittadina di trasporti e occupano una superficie di 23 mila metri quadrati. L'impianto produce 1,4 milioni di kilowattora all'anno e da fine novembre 2009 ha già risparmiato l'immissione in atmosfera di circa 70 tonnellate di CO2.
Il progetto dà a Milano e all'Italia anche un primato europeo: si tratta infatti del primo metrò in Europa a funzionare, anche se parzialmente, grazie all'energia del sole. Inoltre l'impianto è una delle realizzazioni di maggiore dimensione nel nostro paese ed è assolutamente a costo zero per la collettività: realizzato con il "finanziamento tramite terzi", l'investimento è stato affrontato dall'azienda (Dedalo ESCO) a cui ne è affidata la gestione. Dedalo ESCO rientrerà dell'investimento rivendendo la corrente attraverso il Conto Energia mentre ATM percepirà un canone per l'affitto del tetto interessato dal progetto.
Elio Catania, presidente e amministratore delegato di ATM ha spiegato che l'avvio dell'attività del tetto fotovoltaico del deposito di Precotto è un tassello importante del piano d'efficienza energetica messo a punto da ATM a partire dal 2008. Il progetto, che coinvolge tutti i processi produttivi, porterà ad un risparmio medio di 14 milioni di kWh/anno di energia elettrica tra il 2007 e il 2010.

Rifiuti e Sistri: come operare

Milano, martedì 13 aprile 2010, relatori: Paola Ficco (Giurista ambientale), Claudio Rispoli (Chimico - Esperto in gestione dei rifiuti, Consulente ADR), Daniele Bagon (Segretario Sezione regionale Liguria, Albo nazionale gestori ambientali).

Mentre è ancora in corso (stante la proroga intervenuta con il Dm 15 febbraio 2010) la complessa fase di iscrizione al Sistri, i soggetti obbligati alla osservanza del sistema devono iniziare a familiarizzare con le modalità per l'adempimento degli obblighi gestionali del nuovo sistema partecipativo che, a decorrere dal 13 luglio 2010 dovrà essere osservato da una prima lunga serie di soggetti ai quali, dal 12 agosto 2010 se ne aggiungeranno molti altri. Ancora dal 12 agosto 2010 il sistema sarà volontario per altre categorie.
Fino al 13 agosto 2010 (per la prima serie di obbligati) e fino al 12 settembre 2010 (per la seconda serie di obbligati) sarà necessario far convivere il Sistri con i registri e con i formulari. A questo punto si tratta di capire cosa fare e come, e cosa accade se non si adempie.
Per questo, durante il Seminario si procederà all'analisi della disciplina sostanziale (compresa quella sanzionatoria e quella afferente la responsabilità del delegato) e di quella procedurale, analisi questa che si soffermerà su:
- simulazione dell'apertura di alcune schede
- casi dubbi maggiormente ricorrenti
- ruolo dell'Albo gestori e delle Cciaa
- unità locali e dispositivi elettronici, procedure di consegna
La disamina si completerà con l'analisi dello schema di recepimento della Direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti che, con riferimento al Sistri, ridisegna le categorie obbligate e quelle facoltizzate ad aderire al Sistema

lunedì 1 marzo 2010

Arriva il fotovoltaico cilindrico

Sbarcano anche in Italia i moduli fotovoltaici Solyndra, la tecnologia specificatamente progettata per ottimizzare le prestazioni dei sistemi fotovoltaici su tetti commerciali.

Le coperture in questione sono quelle di due centri commerciali della catena piemontese Nova Coop, su cui il gruppo ha avviato la realizzazione di due impianti, rispettivamente da 200 kWp e 400 kWp, grazie alla collaborazione di Photovoltaic Systems che seguirà le fasi dell'istallazione. Tradizionalmente, per una produzione d'energia ottimale, i moduli piatti devono essere montati con una certa inclinazione e distanziati uno dall'altro, e lasciando dunque ragionevoli spazi scoperti.
La tecnologia Solyndra permette di aggirare il problema. Gli impianti in questione impiegano moduli cilindrici con una superficie attiva a 360 gradi, capace di diffondere la luce solare e in grado di assicurare prestazioni ottimali se montati orizzontalmente e disposti uno vicino all'altro. Ciò significa ottenere un rendimento più elevato rispetto ai sistemi tradizionali per la medesima superficie. Inoltre, spiega la società, il flusso d'aria naturale tra i moduli permette di ridurre la temperatura di funzionamento migliorandone di conseguenza l'affidabilità.
"Sempre più aziende scelgono oggi di dotarsi di un impianto fotovoltaico per ridurre i costi energetici, sfruttando spazi inutilizzati come coperture, capannoni, terreni o parcheggi: gli impianti fotovoltaici industriali rappresentano un'ottima forma d'investimento ed un'enorme risorsa potenziale per la produzione di energia alternativa", commenta Mauro Marcucci, CEO di Enerqos. "La soluzione Solyndra ci è sembrata la più competitiva per questa specifica applicazione: siamo lieti di poterla utilizzare in queste due prime realizzazioni e speriamo di poterla presto integrare in nuovi impianti su copertura".

martedì 23 febbraio 2010

Il nuovo Conto Energia per il Fotovoltaico

E' notizia di questi giorni che il governo sta elaborando il nuovo Decreto che regolamenterà il futuro Conto Energia a supporto delle Fonti Energia Rinnovabile, le novità attese sono diverse, compresa la rivisitazione degli aspetti economici e finanziati.

APER (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili) è già entrata in azione, commentando le bozze del nuovo decreto, analizzandone i contenuti e facendo subito nuovo proposte correttive. Sebbene l'impostazione complessiva dell'ultima versione disponibile del Decreto relativo al futuro Conto Energia sia giudicata positivamente, l'Associazione ha espressamente evidenziato i punti su cui è necessario che vengano apportate modifiche per tutelare il regolare sviluppo di questa tecnologia e della filiera industriale ad essa collegata:
- non è accettabile un decremento annuale delle tariffe incentivanti superiore al 4% annuo, la ridefinizione delle tariffe ha tenuto ampiamente conto del forte calo del prezzo dei moduli fotovoltaici nell'anno 2009 determinato oltre che dalla generale crisi economica, dal crollo del principale mercato fotovoltaico internazionale (Spagna), da un sostanziale aumento di taglia degli impianti di produzione, da una ottimizzazione della tecnologia del silicio e non essendo prevedibile nel medio termine un sostanziale cambiamento dei prezzi in cui i margini sono attualmente depressi dall'eccesso di offerta, si ritiene che un price cap del 4% possa più che adeguatamente rappresentare le dinamiche di mercato attese.
- il periodo transitorio tra tariffa incentivante 2010 e 2011 introdotto nella bozza di decreto prevede tagli tropo forti, Aper ribadisce la necessità di prevedere un sistema incentivante che sostenga la crescita del mercato e della relativa filiera industriale. Tuttavia, si nota che nel Decreto sono stati inseriti tagli eccessivi alle tariffe incentivanti tali da compromettere lo sviluppo del settore nel suo complesso e tali da bloccarlo completamente nelle regioni del Centro e Nord Italia.
- va reintrodotto il bonus (10%) per sostituzione amianto/eternit;
- va ripristinata l'adeguata incentivazione per tettoie e pensiline (stessa tariffa riconosciuta ad impianti su edifici), Si richiede che le pergole, tettoie e pensiline godano della tariffa "edificio", fermo restando il rispetto di apposite linee guida che ne disciplinino le principali caratteristiche costruttive. L'Associazione ritiene che tali applicazioni, pur rappresentando un connubio virtuoso tra fotovoltaico e "arredo urbano", sarebbero fortemente penalizzate se venissero a godere di tariffe inferiori a quelle riservate agli impianti su edifici in quanto intrinsecamente hanno costi equivalenti se non superiori agli impianti che vengono realizzati su immobili
- va incrementato il potenziale previsto per impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e impianti fotovoltaici a concentrazione in modo da giustificare lo sviluppo di una filiera industriale nazionale, si condivide e si apprezza la scelta di incentivare sistemi fotovoltaici innovativi ma si segnala che i limiti di potenza massima incentivabile previsti nel Decreto (200 MW per Impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e 150 MW impianti fotovoltaici a concentrazione) sono ritenuti troppo bassi se la finalità fosse quella di incentivare lo sviluppo della filiera industriale nazionale in tali ambiti.
- vanno eliminate le limitazioni all'appplicabilità del premio per l'efficienza energetica, A differenza di quanto previsto nell'attuale Conto Energia, nel nuovo Decreto potranno godere del premio per efficienza energetica gli interventi realizzati sul solo involucro edilizio, di conseguenza non saranno più ammissibili gli interventi più frequenti come gli efficientamenti degli impianti tecnologici. L'Associazione ribadisce l'opportunità di tornare all'attuale formulazione che è ritenuta la più idonea anche alla luce del raggiungimento degli obiettivi comunitari di riduzione del 20% dei consumi.
Secondo Aper, il recepimento di queste modifiche è ritenuto vitale per mantenere in salute il settore, altrettanta importanza va data alle tempistiche di approvazione ed emanazione. Sarebbe un errore rimandare ogni decisione a dopo le elezioni regionali. L'avvicinarsi delle elezioni potrebbe causare un rinvio dell'adozione del presente provvedimento e anche delle linee guida nazionali sul procedimento unico di autorizzazione degli impianti.

fonte: alternativasostenibile.it

sabato 20 febbraio 2010

Il primo gioco da tavolo sulle fonti rinnovabili!

Si chiama Energy Empire ed è in nuovo gioco da tavolo a carattere ludo-didattico per conoscere il mondo delle energie rinnovabili, divertendosi.

Ideato da tre giovani laureati con il pallino della comunicazione scientifica, "Energy Empire" nasce come progetto conclusivo di un master sulle energie rinnovabili organizzato nell'ambito del progetto - T.E.R.S.O (Talenti, Energia, Ricerca, Sviluppo, Organizzazione) - che ha avuto AREA Science Park tra i partner principali.
Finanziato dalla Fondazione per il Sud all'interno dei progetti per lo Sviluppo del capitale umano di eccellenza, il Master T.E.R.S.O. ha formato quindici laureati residenti nella regione Sardegna con l'obiettivo di contrastare la "fuga dei cervelli", favorire la creazione di impresa e l'inserimento in organizzazioni del territorio.
Tanta curiosità, un pizzico di competenza scientifica e almeno dodici anni d'età sono i requisiti per poter giocare e mettere in luce gli aspetti positivi delle energie sostenibili e le problematiche relative alla loro diffusione e al loro utilizzo. Obiettivo del gioco è sostituire gradualmente l'energia prodotta da fonti fossili con quella generata da fonti rinnovabili; stando sempre attenti a rispettare i vincoli e le condizioni dettate dall'Unione Europea. Si può giocare da un minimo di due e un massimo di cinque giocatori. A vincere è chi raggiunge la completa sostenibilità energetica oppure chi rimane in gara per ultimo.
A metà strada tra Monopoli e Trivial Pursuit, "Energy Empire" consta di un tabellone raffigurante l'Europa, su cui sono rappresentate cinque nazioni, pedine di diversa grandezza e forma, carte della Rinnovatività, della Ricerca e delle Domande e un dado a dodici facce. Al momento sono stati realizzati, a titolo di prototipo e grazie al contributo di AREA, cento esemplari del nuovo gioco da tavolo.

Le Olimpiadi di Vancouver e la sostenibilità

Gli organizzatori della 21a edizione dei Giochi olimpici invernali (12-28 febbraio), in corso di svolgimento a Vancouver, sono anche loro in gara, come gli atleti, per raggiungere una serie di obbiettivi di ecocompatibilità prefissati.

Il programma di sostenibilità ambientale è in effetti ampio e impegnativo. Un grande sforzo è stato profuso in fase di programmazione per minimizzare l'impatto ambientale dei Giochi adottando i principi di bioedilizia LEED nella costruzione degli edifici e delle strutture, e introducendo soluzioni di mobilità sostenibile destinate a durare nel tempo, come ride-sharing, carpooling, cycling ecc., con l'iniziativa Travelsmart.
Alcune delle caratteristiche eco-friendly dei siti e degli impianti sportivi includono l'uso di fonti energetiche rinnovabili, l'utilizzo di acqua piovana per i servizi igienici, la gestione ecologica dei rifiuti. Persino le 1.000 medaglie da assegnare agli atleti saranno composte di materiale riciclato da scarti di apparecchiature elettroniche. Insomma, il piano predisposto ha stimato una riduzione di gas serra pari a 118.000 tonnellate. Nello stesso tempo le emissioni che non è stato possibile tagliare sono state compensate attraverso progetti basati su tecnologia pulita per rimuovere o evitare un'equivalente ammontare di emissioni inquinanti nell'atmosfera.
Ma l'evento agonistico canadese è anche l'occasione per promuovere una più forte consapevolezza a livello di singoli cittadini del rispetto dell'ambiente. Per ottenere la partecipazione degli utenti si mette a disposizione uno strumento online per calcolare la propria impronta ecologica indicando contemporaneamente come poter diminuire o compensare volontariamente le proprie emissioni.
Con lo stesso spirito è nata "Do your video", iniziativa rivolta ai giovani di 13-24 anni, in cui piccoli autori si sono cimentati nella produzione di brevi clip di animazione aventi come tema lo sviluppo di nuovi stili di vita improntati alla sostenibilità.

Physalia la nave che purifica le acque

Si chiama Physalia, dal nome di un'elegante medusa, il progetto di un'imbarcazione avveniristica dello studio d'architettura Vincent Callebaut.

Più che una nave è un giardino galleggiante, al 100% autosufficiente dal punto di vista energetico, ed è la risposta ai problemi idrici che affliggono il mondo. Sono oltre un miliardo le persone sul nostro pianeta che non hanno accesso all'acqua potabile, e oltre 3.000 di esse muoiono ogni giorno a causa di queste condizioni difficili.
È qui che entra in gioco Physalia, il mezzo che navigherà i fiumi, dal Danubio, al Volga al Reno, al Guadalquivir fino all"Eufrate e al Tigri. E durante la navigazione assorbirà CO2 e inquinanti chimici grazie ad una rete idraulica che gli consente di filtrare l'acqua del fiume, e dei sistemi di purificazione dagli inquinati biologici posti sul tetto.
Progettato con un'architettura a zero emissioni di anidride carbonica, è esso stesso un impianto di energia rinnovabile, infatti, può generare più energia di quanta ne consuma. Il tetto della nave ha una doppia membrana pneumatica, dotata di celle fotovoltaiche, e poi al di sotto dello scafo si trovano le idro-turbine che trasformano l'energia del moto ondoso del fiume in energia idroelettrica.
La superficie del Physalia è realizzata interamente in acciaio rivestito in alluminio, a sua volta ricoperto da uno strato di anatasio, una delle forme minerali dell'ossido di titanio (TiO2) che purifica l'acqua attraverso un meccanismo di catalisi chimica mediante i raggi ultravioletti.
Al suo interno Physalia contiene quattro giardini che rappresentano i quattro elementi della terra. All'ingresso principale s'incontra il Giardino dell'Acqua sovrastato da un tetto di vetro. Successivamente, vi è il Giardino della Terra, che si trova al centro della nave, dedicata alle ricerche internazionali che analizzano gli ecosistemi.
E poi c'è uno spazio confinato, il Giardino del Fuoco, un salotto subacqueo che è uno spazio dedicato alle mostre permanenti sugli ecosistemi acquatici. Infine, s'incontra il Giardino dell'Aria: uno spazio di ossigeno e di luce, si apre anche verso il paesaggio esterno.
Il Physalia è solo allo stadio di prototipo, ma sicuramente arriverà il giorno in cui coloro che vivono lungo il Danubio, il Reno o l'Eufrate saranno grati di vederlo navigare.

Idrogeno solare energia del futuro?

Parliamo dell'idrogeno generato per scissione dell'acqua utilizzando la sola radiazione solare il combustibile dell'imminente futuro.

Lo sostengono i ricercatori italiani del gruppo di ricerca di Mario Pagliaro al Cnr e quelli greci guidati da Athanasios Konstandopoulos in uno studio pubblicato oggi dalla rivista Energy and Environmental Science. Konstandopoulos, ingegnere chimico direttore del Laboratorio APT di Tessalonica, coordina il progetto di ricerca comunitario Hydrosol per cui ha recentemente ottenuto il premio "Cartesio" della Commissione europea.
Pagliaro, chimico, a Palermo coordina le attivita' del Polo fotovoltaico della Sicilia. Due gli approcci suggeriti dagli autori: la concentrazione della radiazione per generare quantita' massive di idrogeno utili ad alimentare centri abitati ed industrie. E l'uso dei pannelli fotovoltaici abbinati ad un elettrolizzatore per generare idrogeno da usarsi come combustibile per usi on-demand da parte di imbarcazioni o automobili.
"Le tecnologie sono due - dice Pagliaro - perche' due sono gli usi del combustibile idrogeno richiesti dal mercato. E in entrambi i casi e' stata l'applicazione della nanochimica alle tecnologie per la conversione della radiazione solare a rendere possibili i traguardi che le rendono ormai convenienti dal punto di vista economico". "Usando il calore, cioe' tutta l'energia solare - aggiunge Konstandopoulos, - l'efficienza e' molto piu' elevata del fotovoltaico. Usando solo acqua e stoccando l'energia sotto forma di idrogeno, risolviamo il problema dell'intermittenza della luce solare. E siccome la voce di costo principale di Hydrosol e' costituita dagli eliostati il cui prezzo sta rapidamente scendendo, entro 3 anni il prezzo dell'elettricita' solare generata con l'idrogeno sara' inferiore ai 6 centesimi di Euro per chilowattora".
Lo studio prende in esame entrambe le tecnologie e mostra come un'economia basata sull'idrogeno solare sia ormai una concreta opportunita' di sviluppo economico e risanamento ambientale. Gli autori citano fra gli altri i casi dell'idrogenodotto di Arezzo; della barca Riviera P 600 commercializzata da Frauscher; e della centrale termoelettrica ad idrogeno operata da Enel a Porto Marghera.
Nella tecnologia europea Hydrosol l'energia solare viene concentrata per mezzo di specchi chiamati eliostati su un materiale catalitico che gia' ad 800°C e' in grado di scindere l'acqua in idrogeno e ossigeno in un processo termochimico chiuso ad alta efficienza. La scoperta principale e' stata quella del nanomateriale catalitico. Nella generazione fotovoltaica dell'idrogeno il costo principale per la scissione dell'acqua e' ormai dovuto al platino usato nell'elettrolizzatore, perche' l'introduzione sul mercato delle nuove tecnologie fotovoltaiche ha causato il crollo del prezzo dei pannelli solari sceso da 6 a meno di 1 Euro a Watt nel corso degli ultimi 18 mesi. L'idrogeno solare e' uno delle tre tematiche principali della conferenza internazionale SuNEC 2010 in programma in Sicilia dal 13 al 15 Ottobre prossimi.

fonte: alternativasostenibile.it

mercoledì 10 febbraio 2010

Anche in Italia la certificazione Leed

Arriva in Italia il Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), il sistema di rating più diffuso al mondo. Il metodo di certificazione è uno standard applicato in oltre 100 Paesi, sviluppato dall'U.S. Green Building Council (Usgbc).

L'associazione no profit promuove e fornisce un approccio globale alla sostenibilità, dando un riconoscimento alle performance virtuose in aree chiave della salute umana ed ambientale. Per la presentazione ufficiale bisogna attendere il prossimo 14 aprile 2010, quando al teatro Sociale di Trento verrà illustrata la versione italiana del protocollo di certificazione di sostenibilità ambientale degli edifici. Il passo importante però è stato già mosso lo scorso 25 gennaio, quando a Washington si è riunito il Leed Steering Committee (Lsc) di Usgbc e ha approvato Leed Italia 2009 Nuove Costruzioni - Ristrutturazioni.
Il presidente di Gbc Italia Mario Zoccatelli ha espresso la sua soddisfazione: "ci possiamo concedere un momento di legittimo orgoglio per questo risultato, unico nel panorama internazionale". Il percorso è stato lungo: i primi passi di Leed Italia si sono mossi nel 2008, quando per iniziativa del socio promotore Distretto Tecnologico Trentino, insieme a 46 soci fondatori, si è costituita Gbc Italia. Nel marzo 2008 sono stati costituiti il comitato Leed (affidato alla presidenza di Maurizio Ratti) e il comitato scientifico, guidato dal Frattari dell'Università di Trento, che si sono cimentati nel compito di adattare il protocollo statunitense alla situazione italiana. Pertanto i crediti definiti dal sistema a punteggio del protocollo sono stati ricalibrati e soppesati per la realtà nazionale, un grande sforzo che ha portato all'edizione 2009 dello standard Leed Italia.
Leed è un sistema volontario e basato sul consenso, per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili ad alte prestazioni e che si sta sviluppando sempre più a livello internazionale; può essere utilizzato su ogni tipologia di edificio e promuove un sistema di progettazione integrata che riguarda l'intero edificio.
Da aprile quindi ci saranno i primi edifici certificati con lo standard italiano.

Nucleare: forzatura del governo

Alla vigilia delle elezioni regionali il governo ignora il parere delle regioni ed approva il nuovo decreto legislativo sui criteri di localizzazione degli impianti nucleari, non tenendo conto dell'opposizione di gran parte delle Regioni e scegliendo di non attendere il parere della Conferenza Unificata.

E' un pessimo segnale, soprattutto a ridosso del voto per le regionali 2010: si ribadisce infatti una linea dirigistica e contraria al principio di leale collaborazione tra amministrazioni pubbliche. Il Decreto legislativo viene approvato dal Consiglio dei Ministri contro la quasi totalità delle Regioni (con la sola eccezione di Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia) che hanno contestato nel loro documento il mancato rispetto dei poteri concorrenti delle Regioni in materia di certificazione dei siti, autorizzazione unica degli impianti nucleari e autorizzazione unica per il deposito nazionale.
Questo va contro il Titolo V della Costituzione ed elude l'obbligo di acquisire il parere della Conferenza unificata stabilito dalla cosiddetta Delega nucleare, legge 99/2009, che all'art. 25 stabilisce che i decreti attuativi della delega siano adottati "su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa acquisizione del parere della Conferenza unificata e successivo parere delle Commissioni parlamentari competenti".
Il WWF Italia in questo contesto:
- appoggia la giusta rivendicazione delle Regioni sul fatto che sia la localizzazione degli impianti che l'autorizzazione unica per il loro esercizio non possano essere effettive senza un'intesa forte con le Regioni direttamente interessate;
- ritiene che sia un paradosso che la cosiddetta Strategia Nucleare non venga compresa nella Strategia energetica nazionale (che deve considerare il mix delle fonti energetiche, comprese innanzitutto quelle alternative) che doveva essere predisposta entro il dicembre 2009, secondo quanto stabilito dal decreto 112/2008, oggi legge 133/2008;
- considera incongruo che la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito delle scorie nucleari, che ad avviso dell'associazione deve essere inclusa nella Strategia Nucleare, non sia sottoposta a Valutazione Ambientale Strategica (il Decreto Legislativo in questione non la prevede);
- fa notare che è contro la normativa comunitaria il fatto che la Valutazione di Impatto ambientale sui singoli progetti di impianti dia per acquisiti gli elementi oggetto della VAS su piani e programmi: si tratta, infatti, di valutazioni su scala diversa e separate, come stabilito dalla Commissione Europea nella Direttiva 2001/42/CE;
- ritiene indifendibile lo strapotere di Sogin SpA, a cui vengono affidate impropriamente secondo l'associazione (oltre alla costruzione e alla gestione del deposito delle scorie nucleari) anche la redazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito (che sarebbe più naturale affidare all'Agenzia nucleare) o le trattative bilaterali con le Regioni (che invece dovrebbero essere gestite dai Ministeri competenti: prima di tutto il Ministero per lo sviluppo economico);
- considera poco trasparente e priva di ogni controllo la previsione di una campagna di propaganda a sostegno dell'attività di imprese private (il nucleare) con i soldi pubblici: questo aggiunge un'altra beffa ai danni dei contribuenti che già pagheranno i costi salati del nucleare, difficilmente realizzabile ed economicamente non conveniente, oltre che pericoloso dal punto di vista ambientale e della sicurezza nei confronti delle minacce militari e terroristiche.

lunedì 8 febbraio 2010

Le energie rinnovabili a portata di click

Ren 21, la rete internazionale per le politiche sulle rinnovabili, ha lanciato la Renewables Interactive Map, uno strumento on line che fornisce la fotografia delle politiche e dello sviluppo delle rinnovabili in tutti i paesi del mondo.

Le politiche, gli incentivi, gli obiettivi, la potenza installata per le diverse fonti rinnovabili di ogni singolo paese del mondo in una mappa interattiva alla portata di tutti. E' la Renewables Interactive Map, ideata da REN 21 (Renewable Energy Policy Network for the 21st Country), la rete internazionale che sostiene le politiche sulle energie rinnovabili nel mondo.
Il network ha raccolto dati e informazioni da numerose fonti internazionali e ha un potuto costruire così un innovativo strumento on line di monitoraggio delle rinnovabili, disaggregato per paese e per tecnologia, in grado di fornire un quadro sintetico delle politiche sul settore delle energie pulite.
La mappa contiene, infatti, molte informazioni utili anche agli investitori visto che fornisce indicazioni sulle diverse tipologie di incentivi e di sostegno alle diverse tecnologie, oltre che i dati sulle potenze installate.
Inoltre, dove possibile, si indicano gli obiettivi a breve e medio termine di numerosi paesi di tutti i continenti in fatto di rinnovabili. Per vedere la mappa, clicca sul collegameto qui accanto Renewables Interactive Map.

Carta etica dell'acqua

Nel corso di un seminario al Parlamento europeo a Bruxelles il Cipsi-solidarieta' e cooperazione (coordinamento nazionale di 45 organizzazioni non governative), il Comitato italiano per il contratto mondiale sull'acqua e il Centro di volontariato internazionale (Cevi) hanno lanciato la "Carta etica dell'acqua", un manifesto per promuovere a livello globale l'uso sostenibile dell'oro blu.

Carta etica dell'acquaIl file rouge dell'iniziativa e' l'idea dell'acqua come un patrimonio comune, il cui accesso deve essere garantito a tutti.
Strettamente connesso a questo, il principio che la proprieta', il governo e il controllo politico dell'acqua, in particolare della gestione e dei servizi idrici, devono restare pubblici.
Le collettivita' locali devono essere in grado di garantire il diritto essenziale all'acqua potabile per tutti i propri cittadini ed un suo uso sostenibile. Cipsi sottolinea che nel mondo 1,6 miliardi di persone non hanno ancora accesso all'acqua potabile, mentre in Italia si perdono 104 litri d'acqua per abitante al giorno.
Ciascun italiano consuma quotidianamente 213 litri di acqua: 39% per la doccia, 20% per i sanitari, 12% per il bucato, 10% per le stoviglie, 6% in cucina, 6% per giardinaggio e lavaggi auto, 1% per bere e 6% per altri usi.
Guido Barbera, presidente di Cipsi ha affermato: "Le indicazioni contenute nel documento sottolineano con urgenza la necessita' di un uso sostenibile di quello che deve essere considerato il bene piu' prezioso del Pianeta. Mentre oggi nel mondo il 12% della popolazione usa e spreca l'85% delle risorse idriche, l'accesso partecipato all'acqua puo' infatti contribuire al rafforzamento della solidarieta' fra i popoli, le comunita', i Paesi".

ReAcademy: l’Accademia del Recupero che reinventa i materiali di scarto

ReAcademy e' un'associazione senza fini di lucro creata dalla societa' di progettazione KeoProject il cui obiettivo e' promuovere una cultura del reimpiego di materiali di scarto. ReAcademy vuole cosi' dimostrare che è possibile considerare i rifiuti come una grande risorsa locale in grado di creare nuove economie di scala.

ReAcademy: l’Accademia del Recupero che reinventa i materiali di scartoLo stesso nome, Accademia del Recupero, la caratterizza quale luogo in cui progettare e realizzare nuovi oggetti prodotti con materiali che normalmente verrebbero abbandonati come scarti inerti, annullando così il concetto di rifiuto.
L'associazione ha sede in una vecchia conceria a Bra, nei pressi dall'Universita' di Scienze Gastronomiche, che presto sara' completamente convertita in un centro polifunzionale dedicato al tema del recupero.
Qui, cittadini, imprese, università ed enti pubblici potranno confrontarsi come nelle antiche agorà per trovare soluzioni durevoli in equilibrio sia con le necessità di tutela dell'ambiente sia con gli attuali principi economici e fondate sull'equita' sociale.
Il concetto di recupero, infatti, viene reinterpretato come un'opportunità di cultura, innovazione, comunicazione e sviluppo economico contrapponendo ai limiti del consumismo, l'ottimizzazione delle capacità di recupero e la riduzione dei prelievi sugli stock di risorse naturali.
Si tratta quindi di un progetto capace di tradurre in realtà i principi glocal: una visione globale unita all'azione locale.

A Teramo il primo fitness club in Italia con piscine depurate a ozono

Il Club Tonic di Garrufo Sant'Omero sceglie una soluzione ecocompatibile che consentirà una qualità dell'acqua superiore e un maggior benessere a chi frequenta la piscina. Si tratta della prima struttura sportiva in Italia dotata di un impianto a ozono.

Da oggi nel Club Tonic di Garrufo l'acqua è ancora più blu. E' stata introdotta un'importante novità che riguarda la depurazione delle piscine del centro fitness: il nuovo impianto utilizza l'ozono come agente disinfettante naturale in sostituzione del cloro. Ciò consentirà di ridurre notevolmente l'utilizzo di additivi chimici, normalmente presenti nelle piscine, e di ottenere un'acqua limpida, inodore e perfettamente depurata. Un grande vantaggio per i frequentatori del club, che potranno godere di una migliore qualità dell'acqua e dell'aria, e per l'ambiente dato che si tratta di una soluzione ecologica.
L'ozono è infatti un gas naturale, il più potente ossidante per il trattamento dell'acqua nelle piscine: a parità di concentrazione è tremila volte più efficace del cloro nell'eliminazione di batteri e virus, e ha la capacità di eliminare alghe, muffe e parassiti. Inoltre consente di ridurre la quantità di acqua di rinnovo giornaliera delle piscine dal 5 al 2,5%, con meno sprechi.
Una scelta innovativa e lungimirante per il Club Tonic di Garrufo, che è dotato di una piscina da 25 metri con tre corsie, una vasca per idro-bike e acquagym e di una piscina per neonati. Dice Gianluigi Fontana, general manager di Tonic: "Lo spirito che guida la filosofia Tonic è improntato sul benessere e sulla sostenibilità ambientale e la novità dell'impianto di depurazione a ozono installato nel club di Teramo è una delle massime espressioni di questi valori. Ogni giorno cerchiamo soluzioni che migliorino la qualità della vita e del tempo libero dei nostri iscritti, dando una mano all'ambiente e offrendo servizi di alto livello al miglior rapporto qualità/prezzo del mercato. Tutti i centri Tonic in Italia seguiranno l'esempio di Teramo nell'adozione di questo innovativo sistema".

I comuni ricicloni dell'Emilia Romagna

Soragna (Pr), Monte San Pietro(Bo) e Fidenza (Pr) i Comuni più virtuosi secondo l'indagine realizzata da Legambiente in collaborazione con la Regione.

Sono Soragna (Pr) con l'80,2% di raccolta differenziata, Monte San Pietro (Bo) con il 74,4% e Fidenza (Pr) con il 62,2% - tutti e tre con il sistema di raccolta "porta a porta" - i "Comuni ricicloni" dell'Emilia-Romagna secondo l'annuale classifica promossa da Legambiente in collaborazione con l'assessorato regionale all'ambiente presentata alla presenza dell'assessore regionale all'ambiente Lino Zanichelli e di Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna. I tre comuni sono risultati vincitori rispettivamente nella categoria dei piccoli comuni (con meno di 5 mila abitanti), dei comuni di medie dimensioni (tra i 5 mila e 25 mila abitanti) e dei Comuni con più di 25 mila abitanti.
Al questionario di Legambiente hanno risposto - fornendo i dati relativi al 2008 - 123 comuni dell'Emilia-Romagna. La novità dell'indagine di quest'anno è stata l'introduzione accanto a quella della carta, della graduatoria relativa alla raccolta differenziata dell'organico. In questo settore le migliori performance sono state quelle, ancora con il sistema porta a porta, di Zibello (Pr) tra i piccoli comuni con 94 kg di materiale raccolto per abitante, di Argelato (Bo) e Forlimpopoli (Fc), con 126,2 e 123,9 kg per abitante e di Cervia (Ra) - in questo caso però con la tradizionale raccolta stradale - con 80,3 kg di materiale organico a testa.
Per quanto riguarda la raccolta di carta sono stati premiati Campegine (Re) tra i piccoli comuni con 167,8 kg per abitante; Cavriago (Re), tra i medi con 170,4 kg a testa e Piacenza tra le grandi città con 115,2 kg a testa di carta raccolta. La ricerca ha anche raccolto informazioni sulle "buone pratiche" messe in atto per la riduzione dei rifiuti alla fonte e per incentivare la raccolta differenziata. Fra le iniziative degne di nota quella del comune di Guiglia (Mo), che nell'ambito del progetto "Borsa amica dell'ambiente" ha distribuito ai clienti dei negozi 600 borse di stoffa. Oppure quella di Ferrara (Fe), che ha promosso il recupero del materiale informatico dismesso attraverso l'iniziativa "tRicicloPC con Linux". O ancora quella del comune di Fidenza (Pr), che si è impegnato a diminuire l'uso dell'acqua in bottiglia installando dei filtri ai rubinetti delle mense scolastiche e costruendo una fontana pubblica di acqua potabile filtrata.
Da segnalare anche le iniziative di Nonantola (Mo), che ha deciso di intraprendere un'azione di riduzione dei rifiuti incentivando l'uso di pannolini lavabili e della Provincia di Parma con l'organizzazione delle "Ecofeste", ovvero la promozione all'interno delle sagre della raccolta differenziata di tutti i rifiuti comunemente prodotti.

Gli oleandri per misurare lo smog

Uno studio del ricercatore Enrique Navarro, in collaborazione con l'Università San Jorge e la DGA, tenta di analizzare l'inquinamento atmosferico utilizzando le foglie delle piante come "filtri" per il campionamento dell'aria. In questo caso si utilizzano le foglie di oleandro, pianta molto diffusa a Saragozza (Spagna).

A Saragozza è partito uno studio per la misurazione dell'inquinamento urbano attraverso l'utilizzo degli oleandri, piante molto diffuse nella città spagnola. A condurre lo studio è il ricercatore Enrique Navarro, in collaborazione con l'Università San Jorge e la DGA. La ricerca è partita dall'idea di utilizzare le piante, in questo caso l'oleandro, per misurare l'inquinamento atmosferico. Como spiega Navarro "le misurazioni della qualità dell'aria avvengono abitualmente con centraline di campionamento che filtrano l'aria. Dopodiché si analizzano i filtri e questo permette di conoscere i livelli di inquinamento". Per Navarro c'è però un problema economico, visto che è molto caro installare e controllare molte centraline di campionamento.
Per ovviare al problema economico, l'idea di questo progetto è quella di approfittare degli oleandri presenti in gran parte di Saragozza, soprattutto nelle strade principali, per il controllo della qualità dell'aria. "Le piante sono esposte al traffico e trattengono gran parte dell'inquinamento nelle foglie - afferma Enrique Navarro - studiando il modo in cui le piante trattengono l'inquinamento e campionando le foglie, si punta a stabilire una mappatura dello smog in città, basata sulle analisi realizzate sulle foglie di oleandro delle diverse zone".
fonte: alternativasostenibile.it

Nuova energia pulita dall'eucalipto

In 25 mesi la Valle del Dittaino ospiterà la prima centrale a biomasse della regione che verrà alimentata grazie al legno di eucalipto proveniente dai boschi limitrofi.

L'8 febbraio segnerà l'inizio di una nuova era per il panorama energetico siciliano. Verrà infatti posata la prima pietra per la realizzazione dell'unica centrale elettrica a biomasse dell'isola, la prima in Sicilia, che sorgerà nella Valle del Dittaino dopo 25 mesi circa di lavori. Alla cerimonia presenzieranno il presidente della Sper, società- progetto costituita allo scopo di realizzare la Centrale, Roberto Poggi, e il governatore della regione Sicilia, Raffaele Lombardo inauguratori di quello che a regime sarà un stabilimento da 20 MW.
Progettato dalla 'Ig Infrastrutture e Gestioni Spa', società romana esperta nel settore della realizzazione e gestione di impianti industriali con particolare attenzione al settore della produzione energetica da fonte non fossile, l'impianto potrebbe essere alla Rete Elettrica Nazionale fornendo elettricità pulita ad un'ampia zona della regione. Per la produzione di energia nella centrale verrà utilizzato quasi esclusivamente legno di eucalipto, cippato proveniente dai boschi di proprietà dell'Azienda Regionale Foreste Demaniali delle province di Enna e Caltanissetta utilizzando, per quanto riguarda tutte le attività di taglio e trasporto del legname la Bms, "Biomasse Sicilia spa" promuovendo lo sviluppo della filiera corta, possibile grazie alla centralità dell'impianto rispetto ai siti di taglio.
Aderendo alle politiche europee incentrate sull'incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile la Regione aumenterà la produzione di energia pulita che verrà impiegata direttamente sul territorio.

mercoledì 3 febbraio 2010

Il SISTRI: il Sistema di controllo della Tracciabilità dei Rifiuti

E' una novità importante introdotta con un decreto ministeriale di fine 2009, che modifica sostanzialmente la modalità di invio di alcuni documenti sui rifiuti, con lo scopo di innovare e snellire la pubblica amministrazione.

Stiamo parlando del SISTRI, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 9 del 13.01.2010, Suppl. Ordinario n.10 il D.M. 17 dicembre 2009 "Istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell'articolo 189 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dell'articolo 14-bis del decreto-legge n. 78 del 2009 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009", su iniziativa del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con lo scopo di innovare e modernizzare la Pubblica Amministrazione, il SISTRI permette l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale.
Il Sistema semplifica le procedure e gli adempimenti riducendo i costi sostenuti dalle imprese e gestisce in modo innovativo ed efficiente un processo complesso e variegato con garanzie di maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione dell'illegalità.
cerchiamo di spiegare in modo semplice e dettagliato quali sono gli oneri, chi deve aderire e chi invece può farlo in modo facoltativo. Per chi desidera scaricare in formato pdf la speciale dedicato al SISTRI, basta cliccare qui..

giovedì 28 gennaio 2010

Il pedibus di Lecco "State of the World 2010"

E' sotto i riflettori il pedibus di Lecco dopo che il Worldwatch Institute lo ha insignito del riconoscimento "State of the World 2010" come esempio di buona pratica per ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera.

Circa 500 bambini ogni giorno percorrono le 15 linee per recarsi alle 10 scuole elementari che partecipano al progetto. Quando sette anni fa a Lecco partì il primo Piedibus, nato dalla collaborazione tra l'Amministrazione Comunale e la Cooperativa sociale ECO 86, nessuno poteva immaginare che l'iniziativa sarebbe entrata nel rapporto del Worldwatch Institute, "State of the World 2010".
Ogni anno, l'organizzazione di ricerca ambientale, pubblica in 36 lingue una raccolta di problemi ambientali globali, seguiti dalle proposte e dalle idee innovative già applicate nel mondo per tentare di risolverli. Il Piedibus di Lecco aveva già raggiunto la scena internazionale, nel marzo del 2009, quando venne citato dal New York Times come buona pratica per ridurre l'obesità infantile e abbattere l'inquinamento delle auto, ma non solo: andando a scuola con i piedibus i bambini fanno nuove amicizie e cominciano ad imparare le regole del codice della strada.
A Lecco il servizio è gratuito (il Comune copre tutte le spese di segreteria e assicurative) e si regge sul volontariato dei 150 adulti che, a rotazione, accompagnano a scuola quasi 500 bambini che si muovono su 15 linee per raggiungere 10 scuole elementari. La cooperativa ECO 86 che gestisce il progetto ha calcolato che, grazie al pedibus, ogni giorno 144 auto non percorrono 216 Km e non emettono 30 Kg di CO2. In un anno scolastico si evita quindi di emettere nell'atmosfera circa 4500 kg di CO2.
"Linea Acqua", "Linea Fuoco", "Linea Flintstones" sono alcuni dei nomi di fantasia utilizzati per i percorsi pedonali: sul sito del Comune di Lecco le famiglie che utilizzano il servizio possono scaricare le planimetrie dei percorsi con gli orari e le fermate. Il pedibus di Lecco può contare addirittura su una segreteria che, due giorni la settimana, dà informazioni ai genitori interessati.

Gli Italiani sognano una "Casa Verde"

l 63% desidera un'abitazione costruita secondo principi di ecosostenibilità e il 57% ha già previsto interventi di ristrutturazione energetica, lo rivela un'indagine svolta dal portale internet Casa.it

Qual è il grado di eco-compatibilità degli edifici del Bel Paese e come dovrebbe esser la casa ideale degli Italiani?
Lo svela una survey di Casa.it, il portale immobiliare n.1 in Italia con oltre 600.000 annunci e 2.000.000 di utenti unici al mese, che ha analizzato atteggiamenti e tendenze in fatto di ecosostenibilità e risparmio energetico mettendo in luce l'anima verde dei cittadini italiani. Che si parli di abbigliamento, cosmetici, accessori tecnologici o abitazioni, la dimensione ecologica dei prodotti risulta essere sempre più importante ai fini delle scelte di acquisto: il 43,6% del campione considera infatti fondamentale la caratteristica dell'ecosostenibilità, che rappresenta un fattore determinante insieme al prezzo/risparmio, decisivo per il 53% degli intervistati.
Quanto è verde il panorama immobiliare del nostro Paese e com'è la casa ideale degli Italiani?
Nonostante l'affermarsi di questa spiccata sensibilità ecologica, in Italia la bioedilizia deve ancora decollare. La maggioranza degli intervistati (58,4%) non vive al momento in edifici ecocompatibili, solo il 32,8% abita in case parzialmente o integralmente costruite secondo principi di eco sostenibilità. Tuttavia il 56,8% del campione prevede operazioni di ristrutturazione energetica, di cui il 17,5% già portati a termine. Le case dotate di una certificazione che attesti un buon livello di efficienza energetica valgono infatti di più ed esiste la possibilità di detrarre parte dei costi, oltre che di risparmiare nel lungo periodo. È probabilmente per questi motivi che gli italiani sognano una 'casa verde': il 62,9% del campione dichiara che la propria casa ideale dovrebbe essere costruita secondo principi di bioedilizia e sembra quindi esserci terreno fertile per l'affermarsi di questo trend nel nostro Paese.
A che punto siamo con certificazioni e incentivi?
Sempre secondo l'indagine condotta da Casa.it risulta che sono ancora poche le case che hanno già ricevuto la certificazione energetica, obbligatoria da luglio 2009 per gli immobili in vendita: solo il 19,4% (alla maggior parte, 28,8%, è stata assegnata la classe A, legata a un consumo inferiore ai 30 chilowatt per metro quadro all'anno e ai 3 litri di gasolio per metro quadro all'anno). Pochissime anche le case che consentono di usufruire degli incentivi del Conto Energia, che permette di rivendere con tariffe favorevoli l'energia auto-prodotta in eccesso al gestore dei servizi elettrici: il 6,6% è dotato di un impianto fotovoltaico, il 5,9% di pannelli solari vetro-vetro e lo 0,8% di un impianto eolico di piccole dimensioni.
Quali sono le dimensioni ecologiche tra le mura domestiche?
L'attenzione dedicata all'impatto ambientale e al risparmio energetico si riflette in casa in diversi aspetti, dalle caratteristiche strutturali dell'abitazione, alla tipologia degli impianti, agli elettrodomestici, alle semplici abitudini domestiche.
Significativa la percentuale di coloro che dichiarano di effettuare costantemente la raccolta differenziata, ben il 67,3%. Importanti anche le quote di coloro che optano per lampadine alogene o fluoro-compatte oppure led (59,6%), per elettrodomestici di classe ecologica (56,3%), per serramenti ad elevato livello di isolamento termoacustico (47,4%) e per caldaie a basso consumo energetico a condensazione (40,4%).
Per la casa ideale risultano parimenti interessanti molteplici soluzioni ecologiche, quali impianti a parete/pavimento, timer programmabil/interruttori intelligenti, serramenti isolanti. In particolare riscuotono grande favore (68,4%) gli ambienti coibentati e quindi l"eco-casa' si sogna di legno e calcestruzzo.
Quali sono le tendenze emergenti in termini di Interior Design?
L'anima verde degli italiani emerge anche nelle scelte di arredamento. Il 50% sceglie elettrodomestici di classe ecologica e sistemi di cottura a basso consumo e il 29,5% punta su articoli di elettronica di consumo ecosostenibili. Interessante inoltre l'utilizzo di tessuti bio per i complementi d'arredo (6,6%), di materiali riciclati o riciclabili come alluminio, vetro e plastica (15,6%) e di oggetti verniciati ad acqua e quindi ecologici anche nel processo di lavorazione (21,3%).
"La sostenibilità rappresenta un tema chiave oggi al centro del dibattito pubblico e nel corso degli ultimi anni si è affermata sempre più fino a imporsi quale priorità per le imprese, per le istituzioni e per i cittadini. La nostra indagine conferma questa tendenza e rivela l'importanza dell'impatto ambientale ai fini delle scelte di consumo delle famiglie italiane", ha dichiarato Daniele Mancini, Amministratore Delegato di Casa.it. "Il settore edilizio e immobiliare è naturalmente interessato da questo fenomeno e si sta infatti facendo strada un nuovo modo di progettare, costruire e arredare le abitazioni secondo principi di bioedilizia ed ecosostenibilità, che determinano inoltre l'incremento del valore degli immobili. Dopotutto se la casa incarna l'essenza di chi la abita, l'attenzione della popolazione per le tematiche green si riflette inevitabilmente sulle scelte relative alle mura domestiche e il sogno per molti è proprio quello di una 'casa verde'"

Legambiente chiede chiarezza sul nucleare

Secondo l'associazione ambientalista è opportuno, anche in vista delle prossime elezioni regionali, fare chiarezza da parte dei candidati sulla loro posizione rispetto al nucleare nel nostro paese.

In vista delle elezioni regionali Legambiente lancia la sfida ai candidati: "Una centrale nucleare nella mia regione, sì o no?". Con questa semplice domanda l'associazione ambientalista punta a chiarire la posizione dei candidati rispetto al rilancio del nucleare nel nostro paese, in modo da garantire anche un confronto trasparente e democratico sul tema.
"Un tema così pesante per il futuro del Paese da non potere in alcun modo rimanere fuori dal dibattito elettorale - sottolinea Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente -. I cittadini italiani non possono essere costretti a escludere la questione atomica dalle loro valutazioni".
Le Regioni hanno un ruolo fondamentale nella definizione delle politiche energetiche del nostro Paese. Undici di queste (Lazio, Marche, Umbria, Basilicata, Puglia, Calabria, Toscana, Liguria, Emilia Romagna e Piemonte, Campania) hanno recentemente avanzato ricorso alla Corte Costituzionale nei confronti della norma varata dal governo che (caso unico nei paesi occidentali) prevede la possibilità di avviare la costruzione di una centrale nucleare o di un impianto di trattamento di scorie anche in presenza di un parere contrario delle istituzioni locali e delle regioni interessate, militarizzando inoltre i siti scelti.
"Tutti i candidati - insiste Cogliati Dezza - ci dicano chiaramente come la pensano e come intendono comportarsi nel momento in cui andrà stabilita la localizzazione dei siti per le centrali. A quanto pare il governo sta cercando di rimandare ogni decisione sui possibili siti a dopo le elezioni ma si rischia così di procedere in maniera ben poco democratica. Gli elettori devono conoscere le posizioni di coloro che stanno per delegare a governare il territorio".

Fai la differenziata e ricarichi il cellulare

A Napoli i cittadini riceveranno ricariche telefoniche in cambio della raccolta differenziata. E' questa la nuova idea che viene messa in pratica nel quartiere Chiaia.

L'idea ispiratrice deriva dai modelli adottati nei paesi nordici, così Napoli ha deciso di incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti - che nel 2009 ha raggiunto il 20% - distribuendo ricariche per i telefoni cellulari in cambio di rifiuti differenziati. Nel quartiere Chiaia, in punti strategici, sono state installate delle macchine compattatrici le quali, in cambio di rifiuti, rilasciano uno scontrino con un punteggio convertibile in ricariche telefoniche.
Per il momento questa possibilità riguarda solo la plastica, ma presto verrà estesa anche al vetro e agli oli usati. "Le compattatrici sono state posizionate in alcuni esercizi commerciali del territorio come l'elettroforno di piazza San Luigi, il Conad di via Manzoni, il Crai della Torretta a Mergellina e i commercianti di piazza Mondragone - spiegano i promotori della I municipalità in una nota -. L'obiettivo è di estendere quanto più possibile questa iniziativa, coinvolgendo tutti i centri commerciali".
L'iniziativa napoletana, come detto, si pone sulla scia di altre realtà già affermate da tempo. L'idea infatti non è nuova. Già da diversi anni negli Stati uniti e nei paesi del nord Europa è facile vedere persone che, per racimolare qualche moneta in più, raccolgono bottiglie di plastica o lattine di alluminio nei cestini per poi portarle in queste macchinette computerizzate.
Oltre ai paesi scandinavi dove il credito in cambio di materiali differenziati è ormai una realtà affermata e consolidata da anni, da un po' di tempo anche l'Ungheria sta facendo piccoli passi avanti: a Budapest è infatti possibile rendere le bottiglie di vetro oramai vuote e ricevere in cambio una piccola somma di denaro. Di recente anche ad Atene sono state installate macchine compattatici computerizzate che in cambio di vetro, plastica, carta e perfino batterie scariche erogano scontrini, dando diritto a crediti che gli utenti ricicloni possono utilizzare per la spesa.
Ma anche in Italia ci sono altre realtà simili a quella in sperimentazione a Napoli. La più importante iniziativa attivata nella penisola si chiama Ecobank ed è stata sperimentata per la prima volta all'interno del progetto pilota della Regione Piemonte: in soli 5 mesi di attivazione del progetto sono stati conferiti oltre 500mila imballaggi in Pet/ acciaio e alluminio, raccolti nelle due installazioni Ecobank di Alessandria e Valenza. Il test, partito a inizio 2009, ha riscosso un discreto successo: 850mila pezzi tra bottiglie e lattine sono state raccolte dalle macchine automatiche.
L'iniziativa, inoltre, porta con sé benefici anche estetici poiché l'istallazione di questi apparecchi può portare, sul lungo periodo, alla riduzione del numero dei vecchi cassonetti, poco estetici e maleodoranti.

fonte: alternativasostenibile.it

Il sud punta sul solare

Le regioni del sud aumentano la diffusione degli impianti fotovoltaici, Campania e Sicilia fanno la parte del leone per numeri di installazioni e per nuovi progetti.

Iniziamo con la Campania che nel 2009 ha portato a 1.400 il numero delle proprie installazioni, più che raddoppiando rispetto al 2007. Napoli, come era facile intuire, fa la parte del leone come numero assoluto di installazioni, ma il comune più solare risulta stare nel Cilento: Oliveto Citra.
A Catania invece, dopo lo sforzo congiunto di Regione Sicilia, Sharp, Enel Green Power e STMicroelectronics è stato dato il via al progetto per la costruzione di un mega impianto per la produzione di pannelli solari. Una volta superati tutti gli step, che inizieranno nel 2011, la fabbrica sarà in grado di garantire ben 480 Megawatt, creando posti di lavoro per almeno 700 persone.
La buona notizia, non è però solo una questione di numeri. I pannelli solari prodotti saranno tecnologicamente all'avanguardia, come ha ricordato il direttore esecutivo di Sharp, Katsuhiko Machida: "mpiegheremo una tecnologia all'avanguardia con pannelli solari a tripla giunzione a film sottile, con una minima percentuale di silicio, abbattendo così i costi di produzione rispetto ai pannelli tradizionali a cristalli."
Questo progetto, però, non è certamente il primo ad attivarsi di questi tempi in Sicilia. A dicembre, una fabbrica simile, anche essa con soluzioni tecniche moderne, è stata aperta a Campofranco, in provincia di Caltanissetta. Se l'impressione è che finalmente, con almeno un decennio di ritardo, anche nel nostro meridione si sia deciso di investire su una materia prima così abbondante, come il sole, non mancano però le voci che paventano possibili infiltrazioni mafiose nel green business.

martedì 19 gennaio 2010

I computer usa e getta

Innovativo da punto di vista del design e della sua usabilità. L'idea è di una azienda coreana, la Total Green Yanko Design, che ha pensato ad un portatile riciclato in tutte (o quasi) le sue parti.

Per chi viaggia parecchio è un'utopia. Invece, questo progetto potrebbe diventare davvero realtà! Dopo la macchina fotografica e il cellulare monouso (che si gettano via una volta sviluppato il rullino e esaurito il credito), sul mercato potrebbe spuntare il computer portatile usa e getta. Assemblato con hardware assolutamente ecologico, dai costi ridimensionati e la tecnologia comunque affidabile, questo eco-gioiello informatico potrebbe essere un nuovo trend ecosostenibile.
L'esigenza di creare questo computer a utilizzo limitato nasce dall'idea che, mediamente, un utente utilizza il proprio computer per due anni, per poi cambiarlo con un modello migliore. Per questo motivo Je Sung Park, designer della azienda coreana Total Green Yanko Design, ha lavorato sul progetto denominato "Recyclable Paper Laptop".
Questo computer portatile è realizzato con un telaio in carta riciclata (anzichè plastica o metallo). E' costituito da una struttura a strati: i due esterni in cartone compresso, contengono lo strato centrale (molto sottile) che racchiude gli hardware principali come lo schermo e la tastiera (anche questi, sempre riciclabili).

mercoledì 13 gennaio 2010

Arriva Google Energy

Il colosso di Mountain View ha richiesto il permesso per la compravendita di energia elettrica. Per ora non ha ancora una strategia concreta ma non vogliono escludere a priori la possibilità di poterlo fare in futuro.

Google ha creato Google Energy, puntando al mercato dell'energia, e in particolare quello dell'energia prodotta con fonti rinnovabili. Il colosso di internet ha infatti chiesto l'autorizzazione alla Federal Energy Regulatory Commission (FERC), il permesso di esercitare l'attività di compravendita di energia elettrica. "In questo momento - ha spiegato Niki Fenwick, portavoce di Google al sito Cne

t - non siamo in grado nei nostri mercati di acquistare energia rinnovabile affidabile e su vasta scala. Noi vogliamo comprare l'energia verde più affidabile e della migliore qualità dovunque possiamo e utilizzare i green credit. Non abbiamo per ora alcun piano concreto - ha aggiunto - ma vogliamo avere la possibilità di comprare e rivendere elettricità nel caso questa entri a far parte del nostro portafoglio".
Già oggi Google riduce parzialmente l'impatto legato alle sue attività grazie al maxi impianto fv da 1,6 MW installato presso il suo quartier generale a Mountain View. La possibilità di comprare e vendere energia verde consentirà a Google di accedere a quantitativi maggiori di energia verde soddisfacendo la sua crescente fame di energia, ma riducendo al contempo il suo impatto sul clima.
Un obiettivo alla base anche di molte attività finanziate dalla sua iniziativa filantropica Google.org dal solare alla geotermia avanzata alla distribuzione intelligente di energia attraverso il PowerMeter, un tool che consentirà agli utenti di gestire i propri consumi energetici direttamente da casa.


fonte: alternativasostenibile.it

"Santo-Graal" la lampadina super efficiente

Quando abbiamo parlato di Ekò non pensavamo si potesse fare meglio, invece ci sbagliavamo. Attualmente si sta lavorando su un prototipo di lampadina che avrà molti più vantaggi ed un costo ancora minore.

Per chi pensava che Ekò fosse la lampadina superecologica, qusto articola potrebbe avere dell'incredibile. E' in fase di realizzazione una lampadina ancora più amica dell'ambiente. Il suo nome, ancora in fase transitoria, è "Santo Graal" e promette di tagliare i costi del 75%. A differenza delle lampadine a risparmio energetico di ultima generazione, hanno un'efficienza 3 volte superiore, un'autonomia fino a 100.000 ore (e 60 anni di vita), riescono ad accendersi e spegnersi istantaneamente e, ultimo dato importante, hanno un costo irrisorio pari a 2,5 euro cadauna.
Per ora si sta lavorando su prototipi, ma il prodotto potrebbe raggiungere il mercato tra due anni. Il "Santo Graal" utilizza Nitruro di gallio (GaN) che è un semiconduttore artificiale comunemente impiegato per i LED, oltre per le luci delle biciclette, dei cellulari e dei flash delle macchine fotografiche.

In Piemonte si premia chi non usa le buste di plastica

La Regione Piemonte premia con buoni sconto i cittadini che fanno la spesa con borse riutilizzabili, anticipando il divieto che bandirà le buste monouso in plastica a partire dal 2011. In tutto sono in palio 17544 voucher del valore di 5 euro, spendibili entro il 27 marzo 2010. Più di 300 i supermercati che aderiscono all'iniziativa.

"Nessuna scusa, la borsa si riusa" è lo slogan della campagna lanciata in questi giorni dalla Regione Piemonte per disincentivare l'utilizzo dei sacchetti di plastica per la spesa. In più di 300 supermercati della regione, appartenti alle catene commerciali Crai, Coop, il Gigante e Conad, verranno premiati i cittadini sensibili al tema della riduzione dei rifiuti alla fonte che, con un comportamento virtuoso e volontario, anticiperanno il divieto di distribuzione dei sacchetti di plastica monouso che entrerà in vigore a partire da gennaio 2011.
A tutti i cittadini che tra il 18 gennaio 2010 e il 13 febbraio 2010 faranno acquisti presso uno dei supermercati aderenti alla campagna e si presenteranno alle casse con borse riutilizzabili (per tutta la merce acquistata) verrà data la possibilità di vincere buoni sconto del valore di 5 euro, grattando una cartolina consegnata al momento del pagamento. In tutto sono in palio 17544 buoni sconto, spendibili entro il 27 marzo 2010 negli stessi supermercati aderenti.

fonte: alternativasostenibile.it

Carburante dall'energia solare, ora è possibile

Grazie ad un prototipo, gli scienziati americani della Sandia National Laboratories, sono riusciti ad utilizzare l'energia solare per convertire l'anidride carbonica in vero carburante.

Il principio su cui si basa questo metodo, ci spiega l'ideatore Rich Diver, è molto semplice: "Attraverso l'energia solare è possibile innescare una sorta di combustione al contrario che trasforma l'anidride carbonica in carburante. Concentrando l'energia solare, si trasforma il biossido di carbonio, rilasciando così ossigeno e un flusso di ossido di carbonio che può essere facilmente convertito in combustibile liquido adatto a tutti gli usi e agli impianti tradizionali di trasporto già attivi".
Questo consentirà di riciclare le emissioni inquinanti, ad esempio recuperando quelle delle centrali a carbone, generando nuova energia mentre si riducono le emissioni".
"La cosa più eccitante" - aggiunge Diver - "è che questa invenzione consente di utilizzare il carburante fossile due o più volte, consentendo di diminuire le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera oltre a diminuire le quantità di carburante fossile dal sottosuolo.
L'invenzione davvero rivoluzionaria però non sarà pronta per il mercato prima di 10-15 anni. Questi sono infatti i tempi minimi per la commercializzazione e l'adattamento delle nuove invenzioni tecnologiche alle logiche del mercato globale. I petrolieri possono tirare un sospiro di sollievo, pur dovendo cominciare ad organizzarsi per convertire i loro impianti di carburante fossile, il petrolio, in qualcosa di meno inquinante, allineandosi con il trend ecologico che in questo momento storico vuole disporre di un'energia pulita, economica e sostenibile per tutta l'umanità.
Le conoscenze tecniche e scientifiche per creare un mondo futuro più pulito ci sono, adesso occorrerà vedere se i grandi players che costituiscono i centri del potere mondiale saranno d'accordo ad operare verso una direzione più sostenibile, magari rinunciando a parte dei loro guadagni.

lunedì 11 gennaio 2010

Da packaging ecologico ad appendiabito

La brillante ideea è venuta ad un designer inglese, Steve Haslip, il quale ha coniugato l'idea del packaging ecologico ad una gruccia, evitando così l'eliminazione diretta del materiale bensì il suo riutilizzo immediato.

L'innovativa idea è scaturita dalla mente del designer inglese Steve Haslip. Da una confezione di packaging dal profumo ecologico (ossia realizzato interamente in cartone) si può ottenere una gruccia che consente di riutilizzare il materiale usato invece di procedere alla sua eliminazione attraverso la raccolta differenziata. Progettare un imballaggio con questo compito non è stato sicuramente facile, ma Steve Haslip è riuscito nel suo intento.
Ovviamente non siamo di fronte ad un appendiabito che può durare nel tempo e non da usare per indumenti particolarmente pesanti, ma senza dubbio può svolgere il suo compito per il giusto tempo richiesto. Bisogna conoscere bene il materiale, avere le idee chiare sulle sue potenzialità e sfruttare al meglio le sue possibilità. Questo ci appare un esempio ben riuscito. L'esempio qui proposto si tratta di un imballaggio di una T-shirt capace di diventare una gruccia.

Rinnovabili obbligatorie per le nuove costruzioni

Previsto già dalle finanziaria del 2008, prorogata in seguito, i Comuni hanno avuto tempo fino al 1° gennaio 2010 per inserire nei propri regolamenti edilizi l'obbligo di dotare le unità abitative e gli edifici industriali di nuova costruzione di impianti di energia da fonti rinnovabili.

L'obbligo è quello di dotare le unità abitative e gli edifici industriali di nuova costruzione di impianti di energia da fonti rinnovabili che garantiscono una produzione di almeno 1 kW. Lo prevedeva la Finanziaria 2008 ai fini del rilascio del permesso di costruire per i nuovi edifici, e fissava al 1° gennaio 2009 la scadenza per i Comuni; successivamente, la L. 14/2009, di conversione del DL 207/2008 "Milleproroghe" l'ha differita al 1° gennaio 2010.
La norma va a modificare l'articolo 4, comma 1-bis, del Testo Unico dell'edilizia (Dpr 380/2001) che prevede quindi nei regolamenti edilizi, l'obbligo, compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell'intervento, ai fini del rilascio del permesso di costruire per gli edifici di nuova costruzione, l'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con potenza non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa. Per i fabbricati industriali, di estensione superficiale non inferiore a 100 metri quadrati, la produzione energetica minima è di 5 kW.
Secondo il rapporto di Legambiente e Cresme "L'innovazione energetica nei regolamenti edilizi comunali" l'utilizzo di fonti rinnovabili è già obbligatorio in 406 Comuni e l'obbligo di installazione di 1 kW di fotovoltaico per unità abitativa è stato recepito in 135 Comuni. La Regione Puglia ha mantenuto al 1° gennaio 2009 la scadenza per l'inserimento nei regolamenti edilizi dell'obbligo di prevedere, ai fini del rilascio del permesso di costruire per gli edifici di nuova costruzione, l'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Ad esempio, il Comune di Roma ha inserito nel proprio Regolamento Edilizio la norma secondo cui i nuovi edifici dovranno essere dotati di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili, l'acqua calda dovrà essere fornita, almeno per il 50%, da pannelli solari e ogni appartamento dovrà produrre energia rinnovabile in relazione alla sua superficie.

L'Italia senza strategia per la biodiversità

Nel giorno del lancio ONU del 2010 Anno internazionale della biodiversità il WWF afferma che per difendere il patrimonio naturale serve una strategia per la biodiversità. Sono 167 i paesi che ne hanno adottata una, ma tra questi non c'è l'Italia.

Nel giorno del lancio mondiale da parte dell'ONU del "2010: Anno internazionale della biodiversità" a Berlino il WWF Italia ha inviato una lettera alle maggiori cariche istituzionali italiane, al Presidente del Consiglio e ai ministri competenti in cui chiede uno scatto d'orgoglio al nostro Paese, quale conferma e rilancio di quel primato internazionale che ha fatto dell'Italia il primo Stato membro dell'Unione Europea che ha sottoscritto il "Countdown 2010", deciso a Malahide (Irlanda) nel 2004, e promosso la Carta di Siracusa nell'aprile 2009, nell'ambito del G8 Ambiente.
Con 57.468 specie animali di cui l'8,6% endemiche, e 12.000 specie di flora, delle quali il 13,5% specie endemiche, l'Italia e' il paese Europeo più ricco di biodiversità ma molta della ricchezza si sta perdendo: attualmente sono a rischio di estinzione il 68% dei vertebrati terrestri, il 66% degli uccelli, il 64% dei mammiferi, il 76% degli anfibi e addirittura l'88% dei pesci d'acqua dolce. Tra le minacce principali la modifica degli habitat e il consumo del suolo. Non ultime ancora oggi il bracconaggio ai danni si specie sempre più rare e la caccia eccessiva. Rischiamo di perdere, nei prossimi anni, specie come l'orso bruno, la lontra, il capovaccaio, l'aquila del Bonelli, la pernice bianca, la gallina prataiola.
E' dunque il richiamo alle istituzioni il primo passo che il WWF compie in ambito nazionale per l'Anno della Biodiversità, un 2010 nel quale l'associazione sarà impegnata con iniziative speciali, progetti sul campo e ulteriori interventi istituzionali.
Nelle lettere inviate al Presidente della Repubblica, ai Presidenti della Camera e del Senato, al Presidente del Consiglio, ai ministri dell'ambiente, degli esteri e delle politiche agricole il WWF Italia indica come obiettivo prioritario per il 2010 la definizione in un'apposita Conferenza nazionale, aperta al contributo scientifico delle associazioni ambientaliste e dei maggiori esperti italiani, per definire la Strategia nazionale della Biodiversità e un conseguente Piano d'azione, sostenuto da adeguate risorse economiche, ricordando che ad oggi l'Italia non è tra quei 167 Paesi del mondo (l'87% delle parti che hanno sottoscritto la Convenzione internazionale sulla Biodiversità, CBD) che hanno già adottato proprie Strategie e Piani d'azione a tutela della biodiversità.
L'azione del WWF Italia, nell'ambito della più ampia azione di pressione sulle istituzioni intrapresa dal WWF internazionale su scala globale chiede che l'Italia contribuisca a raggiungere quegli obiettivi significativi utili a contrastare l'attuale ritmo di impoverimento della biodiversità che sono scanditi dal Countdown 2010, lanciato nel 2002 in occasione del Summit mondiale per lo sviluppo sostenibile di Johannesburg in Sudafrica, alla luce del fatto che drammatici sono i dati relativi alla perdita di biodiversità agli habitat e alle specie più minacciate sul nostro Pianeta: insostenibili processi di deforestazione fanno sì che ogni 3-4 anni sparisca per sempre una superficie di foresta pluviale equivalente a tutta la Francia, mentre le specie si estinguono ad una velocità 100 volte superiore a quella dell'era preistorica.
Il WWF Italia, nella lettera inviata in questi giorni alle istituzioni italiane, descrive i cinque pilastri su cui si deve basare la Strategia nazionale della biodiversità, sostenuta dalla creazione di un apposito Fondo per la biodiversità:
1. l'adozione di strumenti legislativi quali una legge per la tutela della biodiversità;
2. L'inseririmento nella contabilità nazionale parametri che consentano di "tenere in conto la natura";
3. la definizione di obiettivi strategici non solo su scala nazionale ma anche regionale;
4. il coordinamento tra il Piano d'azione nazionale e quelli regionali;
5. un piano nazionale di sostegno alla conservazione delle ultime foreste tropicali che sia promossa con politiche rivolte a quei paesi in via di sviluppo che hanno stretti rapporti commerciali con il nostro Paese, che è una delle nazioni al mondo maggiori consumatrici di risorse forestali.
In ambito internazionale, il WWF mette a disposizione la propria competenza conseguita sul campo, a tutela della biodiversità, di habitat e specie minacciati dalle attività umane con propri progetti di conservazione, appoggiati dalle autorità e dalle popolazioni locali in difesa: dell'Amazzonia, che rappresenta il 30% della superficie delle foreste tropicali nel mondo, e dove ogni minuto si perde un'area pari a 36 campi di calcio; delle foreste del Centro Africa dove vivono alcune delle più carismatiche specie di scimmie antropomorfe come gorilla e scimpanzé; del Cuore del Borneo e a Sumatra in Asia, dove sopravvivono le ultime popolazioni importanti di Orango, Rinoceronte e Tigre di Sumatra; dell'Himalaya dove è sempre più rara, anche a causa dei cambiamenti climatici, la presenza del leopardo delle nevi; di quello scrigno di biodiversità endemica che è il Madagascar.

fonte: alternativasostenibile.it

Gli impatti dell'energia eolica sull'ambiente

Tutti sappiamo quali sono i principali impatti che l'energia eolica può produrre, e cioè: l'impatto visivo (paesaggio), quello sonoro (rumore) ed infine quello sull'avifauna. Passiamoli in rassegna.

Trattiamo volutamente il caso degli impianti industriali di media e grande taglia, escludendo cioè il caso del minieolico (che presenta caratteristiche peculiari e richiede una trattazione a parte), va detto che molto è stato fatto dall'epoca dei primi anni '80, ed in particolare molti degli errori che furono compiuti soprattutto negli Stati Uniti sono oggi completamente risolti, e queste esperienze sono diventate pratica comune nella progettazione dei parchi eolici.
Nel corso degli ultimi 20 anni le dimensioni tipiche degli aerogeneratori sono notevolmente cresciute, a causa della maggiore produttività ed i minori costi specifici gli elementi principali. Ovviamente questo fatto ha però portato con sé conseguenze - non sempre e necessariamente solo negative - per quanto concerne l'impatto ambientale di questi impianti. L'impatto visivo di un elevato numero di piccoli aerogeneratori può infatti essere peggiore di quello di un numero contenuto di macchine di grande taglia.
Trattando il tema dell'impatto visivo, probabilmente il più significativo tra quelli elencati (o forse quello a cui la maggior parte delle persone è più sensibile, almeno in un primo momento), questo è evidentemente funzione della distanza dell'osservatore, con l'impatto che diminuisce all'aumentare della stessa.
Negli anni '80 in USA i parchi eolici (di piccola taglia unitaria, rispetto ad oggi) si sono sviluppati in modo pressoché incontrollato, questi impianti, composti da un numero elevatissimo di aerogeneratori (anche oltre 3500 macchine installate in un singolo parco), caratterizzati da aerogeneratori di varia tecnologia (bi-tripala, con torri a traliccio e tubolari), funzionanti a velocità di rotazione elevate (50-70 rpm contro < 20 rpm di oggi), interspazi ridottissimi 30-40 m contro i 360-400 m almeno dei moderni parchi eolici), hanno generato terribili conseguenze sul paesaggio e sull'ambiente. Questo però ha anche permesso di acquisire esperienze che sono diventate oggi bagaglio essenziale per gli sviluppatori di parchi eolici. Volendo riassumere per punti i principali elementi acquisiti dal punto di vista dell'impatto paesaggistico, potremmo riassumerli come segue: - Fornire ordine visivo al parco eolico, componendo ove possibile unità visive ben distinte (cluster, cioè raggruppamenti di aerogeneratori) - Utilizzare gli aerogeneratori per seguire le linee naturali del paesaggio, e le infrastrutture esistenti (es strade: questo consente anche di ridurre le opere necessarie in fase di costruzione, quali sbancamenti etc.) - Utilizzare turbine e torri simili, con uguale numero di pale e che ruotano a velocità similari, adottando spaziature ampie, rimuovendo quelli non funzionanti e tenendo in rotazione le pale anche quando vi è vento sufficiente per muoverle ma non per generare energia elettrica (è noto che l'osservatore non apprezza vedere un generatore eolico fermo) - Interrare i cavidotti e porre le strutture accessorie (es cabine di trasformazione) in zone a ridotto impatto visivo e realizzare queste strutture con materiali tipici del luogo in modo da armonizzarle con l'ambiente circostante - Non utilizzare le torri eoliche per altre attività (es installazione di ripetitori, loghi pubblicitari, altre funzioni), per non esaltarne l'aspetto industriale ed invece mantenerne al massimo il senso ambientale, e meglio inserirle nel territorio naturale - Utilizzare vegetazione autoctona, mantenere in ordine e pulito il sito, scegliere colori in grado di ridurre l'impatto visivo, e mantenere un'armonia dimensionale tra generatori ed ambiente circostante - Minimizzare gli sbancamenti per evitare erosione del suolo, minimizzare la realizzazione di strade di accesso e piazzole - Utilizzare torri cilindriche e non a traliccio, che se anche meno visibili a distanza risultano esteticamente sgradevoli e presentano rischi per l'avifauna (che tende a nidificare su di esse) - Realizzare strutture pubbliche di informazione ed osservazione del parco - Se possibile, inserire il parco eolico nell'ambito di aree industriali preesistenti (ove può invece avere una funzione di recupero paesaggistico). Per quanto concerne il rumore, in passato numerosi problemi emersero in tal senso. All'epoca nelle macchine eoliche venivano installati generatori elettrici non specificatamente progettati per le condizioni di funzionamento tipiche di un aerogeneratore, e questo comportava funzionamenti anomali e considerevoli emissioni di rumore meccanico, che risulta particolarmente fastidioso. Oggi le macchine eoliche hanno pressoché eliminato questa criticità, ed i livelli sonori sono prevalentemente relativi alla fluidodinamica (cioè ai flussi attorno alle pale), rumore di per sé meglio tollerato, in parte controllabile riducendo la velocità di rotazione ed installando apposite appendici aerodinamiche), e comunque normalmente inferiore 45 dBa a 350 m di distanza. Relativamente infine all'impatto sull'avifauna, pur riconoscendo che le considerazioni devono essere svolte in modo indipendente per ciascuna specie considerata, numerosi studi mostrano come l'impatto sia estremamente limitato rispetto a numerose altre situazioni, e quindi complessivamente modesto. Ciò non toglie la necessità di svolgere poi analisi specifiche per ciascun sito in esame.

fonte: alternativasostenibile.it

venerdì 8 gennaio 2010

Lo stadio fotovoltaico più grande del mondo

Si trova a Taiwan, riesce ad ospitare fino a 55 mila spettatori e conta quasi nove mila pannelli installati sulla copertura che servon ad illuminare lamapdine e megaschermi presenti all'interno.

È il Kaohsiung World Stadium di Taiwan, inaugurato nella primavera del 2009 e costruito in occasione dell'ottava edizione dei World Games. Progettato dall'Architetto nipponico Toyo Ito, lo stadio può ospitare 55 mila spettatori e ha ben 8.844 pannelli solari installati sulla copertura. Il "tetto" genera energia sufficiente per illuminare 3.300 lampadine e due megaschermi televisivi all'interno della struttura.
Quando lo stadio non viene utilizzato per eventi sportivi, nelle giornate più calde, le celle fotovoltaiche generano molto più energia di quanta ne consumi l'impianto, per questo il governo di Taiwan ha pensato di vendere l'energia in eccesso, in media 1,14 milioni di KWh all'anno, con un risparmio per l'ambiente di qualcosa come 660 tonnellate all'anno di anidride carbonica. Inoltre lo stadio è stato costruito con materiali riciclabili ed è circondato da 7 ettari di parco.

Green Social Festival 2010

Verso la nuova era della sostenibilità. Dal 12 al 19 febbraio a Bologna, una settimana di spettacoli, mostre, giochi, dibattiti e incontri per le scuole. Tra gli ospiti il Ministro Prestigiacomo e Bob Kennedy III.

People, planet, profit: proteggere l'uomo, sentire il pianeta, strutturare il sistema economico sul sociale. Questi i temi del Green Social Festival 2010, che si terrà a Bologna dal 12 al 19 febbraio 2010.
Alla presenza del Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo e con Bob Kennedy III, ospite d'eccezione, il Green Social Festival si candida ad essere l'evento dell'anno sui temi dell'ambiente, del risparmio energetico e della sostenibilità, con un ricco calendario di eventi, incontri e spettacoli. Una manifestazione dal taglio divulgativo e dal linguaggio semplice e diretto, dedicata ai cittadini-consumatori-utenti che porteranno al cambiamento ma soprattutto agli studenti delle scuole, i ragazzi e i giovani che gestiranno il domani. Perché oggi più che mai la sostenibilità deve essere intesa come un rapporto interdipendente tra uomo e ambiente: il Green Social Festival nasce proprio al fine di sensibilizzare i cittadini sulla loro possibilità e capacità di esercitare un ruolo attivo, che si traduca in gesti e comportamenti quotidiani e concreti.
Il programma del Green Social Festival è ricco di appuntamenti: incontri, spettacoli, mostre, lectio magistralis e momenti di edutainment coinvolgeranno cittadini, scuole e addetti ai lavori nella ricerca di soluzioni, risorse e capacità progettuali per un futuro e uno sviluppo sostenibile.
E' prevista la partecipazione di personaggi e interpreti di prima grandezza nel panorama italiano ed internazionale a livello istituzionale, scientifico, politico, artistico e associativo, che si confronteranno sul futuro della sostenibilità: le sfide che ci aspettano, i valori da difendere, l'acquisizione di una visione globale del patrimonio comune.
Questi i temi che saranno approfonditi nel corso degli eventi in programma.
ENERGIA & AMBIENTE
Risparmio energetico, perché un giorno il petrolio (ma anche il metano) finiranno. Energie rinnovabili, perché dal Sole arriva energia inesauribile, possente e pulita. Da come il potere politico ed economico riuscirà a interpretare e prevedere il futuro nel rapporto tra energia e rispetto dell'ambiente c'è la chiave del futuro dell'uomo. Ma saranno le genti a decidere il destino, se il processo di responsabilizzazione collettiva che la crisi globale ha scatenato diventerà patrimonio di tutti.
LEGALITA' & COMUNICAZIONE
Quello che abbiamo perso (e che ancora non stiamo tentando di recuperare) sono i valori. Nel violare la legalità oggi non c'è vergogna. Colpa della comunicazione che non è responsabile, che non veicola valori e punta solo alla vendita di uomini e cose a tutti i "costi".
VIVERE & SOSTENIBILITA'
C'è un tempo per l'uomo, uno per l'ambiente, uno per il sistema economico, il profitto. C'è un tempo per le città sostenibili, la finanza trasparente, una società che è cosa più buona e più giusta. E ci sono tre parole d'ordine che hanno saputo sincronizzarli: People, Planet, Profit. La triple bottom line della salvezza del pianeta, dei nuovi stili di vita, dei consumatori consapevoli, della civiltà e del progresso (quello vero) per tutti. Le parole d'ordine del futuro che cerchiamo.
VISIONE GLOBALE
Con l'evoluzione tecnologia il mondo sarà più piccolo, meno gestibile e un po' più rissoso. Fra non molti decenni vivremo tutti un po' più stretti, molto meno tolleranti, sempre più itineranti. Ed allora avremmo bisogno dei Comandanti del Mondo. Visione, strategia, competenza, intelligenza sociale: chi deciderà i destini del mondo è un essere superiore, un organismo vivente di uomini e donne che sovrintendono a Paesi e Continenti. Che hanno scelto il bene comune del pianeta e decideranno della gestione delle risorse e della conoscenza.

Progetto "Legno Amico"

Il Progetto "Legno Amico" è uno studio pilota condotto dall'Agenzia Regionale Energia (ARE) e dall'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, il cui obiettivo e' quantificare il rischio di esposizione ad inquinanti prodotti dalla combustione di legna, individuare eventuali anomalie nella gestione di stufe e caminetti e contribuire alla conoscenza delle buone norme da applicare nella conduzione degli impianti a legna.

Progetto "Legno Amico"Le ricerche, avviate in Val d'Aveto nel 2007 con la collaborazione del personale del Centro di Educazione Ambientale del Parco, hanno interessato un campione di undici famiglie che volontariamente hanno messo a disposizione la propria abitazione per le misurazioni di benzene e altri inquinanti dannosi per la salute.
In questo modo i tecnici dell'IST hanno potuto raggiungere interessanti risultati e informazioni sui consumi ed usi della legna e sulle caratteristiche di isolamento termico delle abitazioni e degli impianti di riscaldamento, permettendo così di individuare possibili migliorie pratiche da adottare per ridurre le emissioni di fumi, e buone norme da adottare per migliorare la qualità dell'aria all'interno delle proprie abitazioni.
Allo scopo di raggiungere un campione più rappresentativo e implementare i risultati raggiunti, il progetto "Legno Amico" proseguirà con ulteriori campagne di indagini, sia in Val d'Aveto sia in altre zone della nostra regione; a tal fine, altri Centri di Educazione Ambientali della Liguria che operano in territori rurali dove è comune il riscaldamento a legna, sull'esempio del Parco dell'Aveto, si sono già resi disponibili a collaborare per facilitare le attività dei tecnici dell'IST.
Per diffondere i risultati ottenuti e trovare nuove case "campione" dove proseguire le ricerche, il Centro di Educazione Ambientale del Parco ha programmato un incontro con i cittadini presso la sede di Rezzoaglio, in calendario venerdì 15 gennaio 2010 alle ore 17.30, al quale saranno presenti i responsabili dell'IST, pronti a illustrare gli aspetti del progetto e a rispondere eventuali curiosità.

In Francia stop alle bottiglie d'acqua di plastica

Biocoop è un'azienda leader francese dell'alimentazione biologica, ha ritirato dal suo catalogo l'acqua in bottiglia a partire dal 31 dicembre 2009. Complessivamente l'iniziativa permetterà di risparmiare 1.6 milioni di bottiglie di plastica all'anno, che equivale all'incirca a 70 tonnellate di plastica.

Alcuni supermercati, approfittando della decisione di eliminare dagli scaffali le bottiglie in pet, hanno esposto i vari sistemi alternativi di filtraggio dell'acqua (in caraffa, dal rubinetto, a osmosi inversa). Tale decisione ecologica ma anche commerciale, assunta a seguito di un referendum interno svolto durante il mese di giugno tra i vari punti vendita aderenti al gruppo, fa seguito a un dibattito che è durato circa due anni, e che è giunto alla conclusione per cui "l'acqua in bottiglia rappresenta una vera aberrazione ecologica, un lusso che costa troppo caro al pianeta".
Complessivamente, secondo i dati citati dal gruppo, l'iniziativa permetterà di risparmiare 1.6 milioni di bottiglie di plastica all'anno, che equivale all'incirca a 70 tonnellate di plastica. Oltre alla riduzione dei rifiuti in plastica da parte dei suoi clienti, questa iniziativa avrà delle conseguenze concrete riguardo all'impronta ecologica del gruppo Biocoop, in particolare riguardo i trasporti: si calcola che saranno circa 35 le tonnellate equivalenti di carbone che saranno risparmiate annualmente dalla società Transport Biocoop. E' da notare che prima di assumere tale decisione, Biocoop ne ha valutato gli effetti in relazione ai suoi fornitori, effetti che sono stati valutati limitati, stimabili rispettivamente intorno al 4,7% e al 5,8 del fatturato dei due principali fornitori del gruppo francese (i due marchi di acqua minerale Rosee de la Reine e Montcalm).

In funzione l'impianto di biostabilizzazione a Bari

E' finalmente operativo l'impianto per la biostabilizzazione dei rifiuti, costato quattordici milioni di euro, interamente finanziati con fondi POR 2000-2006, realizzato dal Consorzio A.T.O. Ba 2 (Ambito territoriale ottimale) in collaborazione con AMIU S.p.a.

In funzione l'impianto di biostabilizzazione a BariL'onorevole Cinzia Capano, presidente uscente dell'ATO Ba2, ha sottolineato che "il progetto è stato realizzato a tempo di record infatti il bando di gara è stato pubblicato a luglio del 2008 e l'impianto ha superato il collaudo tecnico funzionale prima di Natale 2009. Appena entrerà a regime, il biostabilizzatore sarà in grado di trattare le 146.000 tonnellate di "talquale" che Bari produce annualmente, riducendo del 30% la quantità rifiuti umidi conferita in discarica. La gestione della parte secca, invece, verrà definita con il piano d'Ambito, per il quale si utilizzeranno i fondi europei 2007-2013"
"Il biostabilizzatore - ha affermato il presidente dell' Amiu Giuseppe Savino - sarà in grado di ridurre quotidianamente il volume e la carica batteriologica di quattrocento tonnellate di spazzatura, il 90% circa della produzione giornaliera di rifiuti a Bari, che verrà prima triturata e successivamente sistemata nelle 24 "biocelle" dell'impianto."
Questi spazi, dotati di particolari sistemi di monitoraggio delle temperature oltre che di speciali filtri di aerazione, sono in grado di accelerare il naturale decadimento della parte organica della spazzatura, che invece di venti anni impiegherà solo sedici giorni a deperire.
Dopo questo trattamento la frazione secca e la frazione umida verranno separate, recuperando i rifiuti ferrosi.
I sistemi di trattamento biologico delle biomasse si basano sul processo della degradazione della componente organica che fermenta producendo gas metano e hanno come obiettivo la riduzione fisica dei rifiuti, del percolato e dell'impatto ambientale sulle discariche.
L'indice respirometrico è un parametro fondamentale per la valutazione della stabilità di una biomassa.
Dai dati rilevati dall'Arpa per il collaudo dell'impianto dell'AMIU, i campioni prelevati dopo il trattamento indicano che l'indice respirometrico è intorno a 300 microgrammi, di molto inferiore al limite di legge per la salvaguardia della salute (pari a 800 microgrammi).

Le novità della finanziaria


Vi abbiamo già accennato alla finanziaria 2010 come una delle più "povere" per quanto riguarda i contenuti ambientali, ma la stessa contiene un paio di provvedimenti in materia di gestione dei rifiuti molto interessanti ed attesi.

Il Dl 30 dicembre 2009, n. 194, così detto "mille proroghe" blocca infatti di ulteriori sei mesi il passaggio comunale dalla tassa ("Tarsu") alla tariffa ("Tia") sui rifiuti e fa slittare ancora la partenza del "sistema di responsabilità individuale" dei produttori di Aee sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee).
Ancor più degno di nota può forse essere considerato il Dl 30 dicembre 2009, n. 195, "Disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella Regione Campania", con il quale viene sancita - dopo 15 anni di ripetute proroghe -la fine del regime commissariale in Campania.
Il 2010 porta con sé importanti novità anche in campo energetico, quali il nuovo software dell'Agenzia delle entrate per l'invio telematico delle comunicazioni relative alla detrazione Irpef del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, la modifica delle procedure per l'ammissione al sistema di incentivazione del solare fotovoltaico, il "Conto Energia", e soprattutto l'entrata in vigore del nuovo obbligo in materia di regolamentazione comunale edilizia: dal 1° gennaio 2010, difatti, la concessione del permesso di costruire nuovi edifici dovrà essere subordinata alla presenza di impianti di produzione di energia rinnovabile.
Il 5 gennaio 2010, infine, l'Ue ha ufficializzato l'elenco di settori e sottosettori rientranti nel sistema Ue delle quote di emissione di CO2 a forte rischio di delocalizzazione, ai quali anche in conseguenza della deludente conclusione della Conferenza di Copenhagen sul clima, saranno concesse nel biennio 2013-2014 quote gratuite di emissione.

giovedì 7 gennaio 2010

Le auto più ecologiche del 2009

Secondo una ricerca sono la Volvo C30 1.6D, la Dacia Logan MCV e la Citroën C-Zero le tre auto più ecologiche del 2009, la Volvo è una macchina a diesel, la Dacia è a bioetanolo mentre la Citroën è elettrica.

La Volvo C30 1.6D è a gasolio ma si è imposta come auto più virtuosa dell'anno grazie ai voti dei visitatori e dei giornalisti specializzati del sito TheGreenCarWebsite.co.uk. Utilizza un motore diesel 1.6 CC e, in versione Start&Stop, emette appena 99 g/Km di CO2. Inoltre consuma appena 3,8 litri per 100 Km. L'autonomia? Oltre 1.350 Km con un pieno nel ciclo combinato.
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La tariffa bioraria per l'energia


Dalla prossima estate, verrà introdotta la tariffa bioraria da parte dell'Enel, sono previsti sconti e vantaggi in bolletta per chi userà gli elettrodomestici in alcune fasce e verrà premiato l'uso nei giorni festivi.

Da luglio 2010 entreranno in vigore le tariffe biorarie, nei giorni festivi sarà più conveniente la bolletta energetica. L'innovativa tariffazione bioraria verrà attivata in tutta Italia: chi consumerà energia con l'uso degli elettrodomestici dalle 19 alle 8 dei giorni feriali, ma in particolare in tutti i giorni festivi, vedrà un significativo sconto in bolletta.
Più conveniente nei giorni festivi, intesi come sabato e domenica e nei giorni di festa, ma tariffe un po' meno "amiche" dei consumatori nei giorni feriali. Questo nuovo sistema, ideato dall'Autorità per l'Energia elettrica e il gas, ha lo scopo di ridurre sprechi e un consumo sbagliato di energia, e riguarderà tutti i consumatori che non si sono impegnati nelle offerte del mercato libero e abbiano in casa uno dei nuovi contatori elettronici.
Per avere un reale risparmio bisognerà concentrare i consumi per almeno il 66% nelle fasce orarie più convenienti, rispettando comunque la massima potenza consentita dalle condizioni contrattuali, ovvero 3.3 Kw, (che rappresenta l'85% del consumo domestico) e proprio per questo motivo le associazioni dei consumatori intendono far approvare una delibera che permetta il sorpasso di tale vincolo.