venerdì 8 gennaio 2010

In funzione l'impianto di biostabilizzazione a Bari

E' finalmente operativo l'impianto per la biostabilizzazione dei rifiuti, costato quattordici milioni di euro, interamente finanziati con fondi POR 2000-2006, realizzato dal Consorzio A.T.O. Ba 2 (Ambito territoriale ottimale) in collaborazione con AMIU S.p.a.

In funzione l'impianto di biostabilizzazione a BariL'onorevole Cinzia Capano, presidente uscente dell'ATO Ba2, ha sottolineato che "il progetto è stato realizzato a tempo di record infatti il bando di gara è stato pubblicato a luglio del 2008 e l'impianto ha superato il collaudo tecnico funzionale prima di Natale 2009. Appena entrerà a regime, il biostabilizzatore sarà in grado di trattare le 146.000 tonnellate di "talquale" che Bari produce annualmente, riducendo del 30% la quantità rifiuti umidi conferita in discarica. La gestione della parte secca, invece, verrà definita con il piano d'Ambito, per il quale si utilizzeranno i fondi europei 2007-2013"
"Il biostabilizzatore - ha affermato il presidente dell' Amiu Giuseppe Savino - sarà in grado di ridurre quotidianamente il volume e la carica batteriologica di quattrocento tonnellate di spazzatura, il 90% circa della produzione giornaliera di rifiuti a Bari, che verrà prima triturata e successivamente sistemata nelle 24 "biocelle" dell'impianto."
Questi spazi, dotati di particolari sistemi di monitoraggio delle temperature oltre che di speciali filtri di aerazione, sono in grado di accelerare il naturale decadimento della parte organica della spazzatura, che invece di venti anni impiegherà solo sedici giorni a deperire.
Dopo questo trattamento la frazione secca e la frazione umida verranno separate, recuperando i rifiuti ferrosi.
I sistemi di trattamento biologico delle biomasse si basano sul processo della degradazione della componente organica che fermenta producendo gas metano e hanno come obiettivo la riduzione fisica dei rifiuti, del percolato e dell'impatto ambientale sulle discariche.
L'indice respirometrico è un parametro fondamentale per la valutazione della stabilità di una biomassa.
Dai dati rilevati dall'Arpa per il collaudo dell'impianto dell'AMIU, i campioni prelevati dopo il trattamento indicano che l'indice respirometrico è intorno a 300 microgrammi, di molto inferiore al limite di legge per la salvaguardia della salute (pari a 800 microgrammi).

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