martedì 23 febbraio 2010

Il nuovo Conto Energia per il Fotovoltaico

E' notizia di questi giorni che il governo sta elaborando il nuovo Decreto che regolamenterà il futuro Conto Energia a supporto delle Fonti Energia Rinnovabile, le novità attese sono diverse, compresa la rivisitazione degli aspetti economici e finanziati.

APER (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili) è già entrata in azione, commentando le bozze del nuovo decreto, analizzandone i contenuti e facendo subito nuovo proposte correttive. Sebbene l'impostazione complessiva dell'ultima versione disponibile del Decreto relativo al futuro Conto Energia sia giudicata positivamente, l'Associazione ha espressamente evidenziato i punti su cui è necessario che vengano apportate modifiche per tutelare il regolare sviluppo di questa tecnologia e della filiera industriale ad essa collegata:
- non è accettabile un decremento annuale delle tariffe incentivanti superiore al 4% annuo, la ridefinizione delle tariffe ha tenuto ampiamente conto del forte calo del prezzo dei moduli fotovoltaici nell'anno 2009 determinato oltre che dalla generale crisi economica, dal crollo del principale mercato fotovoltaico internazionale (Spagna), da un sostanziale aumento di taglia degli impianti di produzione, da una ottimizzazione della tecnologia del silicio e non essendo prevedibile nel medio termine un sostanziale cambiamento dei prezzi in cui i margini sono attualmente depressi dall'eccesso di offerta, si ritiene che un price cap del 4% possa più che adeguatamente rappresentare le dinamiche di mercato attese.
- il periodo transitorio tra tariffa incentivante 2010 e 2011 introdotto nella bozza di decreto prevede tagli tropo forti, Aper ribadisce la necessità di prevedere un sistema incentivante che sostenga la crescita del mercato e della relativa filiera industriale. Tuttavia, si nota che nel Decreto sono stati inseriti tagli eccessivi alle tariffe incentivanti tali da compromettere lo sviluppo del settore nel suo complesso e tali da bloccarlo completamente nelle regioni del Centro e Nord Italia.
- va reintrodotto il bonus (10%) per sostituzione amianto/eternit;
- va ripristinata l'adeguata incentivazione per tettoie e pensiline (stessa tariffa riconosciuta ad impianti su edifici), Si richiede che le pergole, tettoie e pensiline godano della tariffa "edificio", fermo restando il rispetto di apposite linee guida che ne disciplinino le principali caratteristiche costruttive. L'Associazione ritiene che tali applicazioni, pur rappresentando un connubio virtuoso tra fotovoltaico e "arredo urbano", sarebbero fortemente penalizzate se venissero a godere di tariffe inferiori a quelle riservate agli impianti su edifici in quanto intrinsecamente hanno costi equivalenti se non superiori agli impianti che vengono realizzati su immobili
- va incrementato il potenziale previsto per impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e impianti fotovoltaici a concentrazione in modo da giustificare lo sviluppo di una filiera industriale nazionale, si condivide e si apprezza la scelta di incentivare sistemi fotovoltaici innovativi ma si segnala che i limiti di potenza massima incentivabile previsti nel Decreto (200 MW per Impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e 150 MW impianti fotovoltaici a concentrazione) sono ritenuti troppo bassi se la finalità fosse quella di incentivare lo sviluppo della filiera industriale nazionale in tali ambiti.
- vanno eliminate le limitazioni all'appplicabilità del premio per l'efficienza energetica, A differenza di quanto previsto nell'attuale Conto Energia, nel nuovo Decreto potranno godere del premio per efficienza energetica gli interventi realizzati sul solo involucro edilizio, di conseguenza non saranno più ammissibili gli interventi più frequenti come gli efficientamenti degli impianti tecnologici. L'Associazione ribadisce l'opportunità di tornare all'attuale formulazione che è ritenuta la più idonea anche alla luce del raggiungimento degli obiettivi comunitari di riduzione del 20% dei consumi.
Secondo Aper, il recepimento di queste modifiche è ritenuto vitale per mantenere in salute il settore, altrettanta importanza va data alle tempistiche di approvazione ed emanazione. Sarebbe un errore rimandare ogni decisione a dopo le elezioni regionali. L'avvicinarsi delle elezioni potrebbe causare un rinvio dell'adozione del presente provvedimento e anche delle linee guida nazionali sul procedimento unico di autorizzazione degli impianti.

fonte: alternativasostenibile.it

sabato 20 febbraio 2010

Il primo gioco da tavolo sulle fonti rinnovabili!

Si chiama Energy Empire ed è in nuovo gioco da tavolo a carattere ludo-didattico per conoscere il mondo delle energie rinnovabili, divertendosi.

Ideato da tre giovani laureati con il pallino della comunicazione scientifica, "Energy Empire" nasce come progetto conclusivo di un master sulle energie rinnovabili organizzato nell'ambito del progetto - T.E.R.S.O (Talenti, Energia, Ricerca, Sviluppo, Organizzazione) - che ha avuto AREA Science Park tra i partner principali.
Finanziato dalla Fondazione per il Sud all'interno dei progetti per lo Sviluppo del capitale umano di eccellenza, il Master T.E.R.S.O. ha formato quindici laureati residenti nella regione Sardegna con l'obiettivo di contrastare la "fuga dei cervelli", favorire la creazione di impresa e l'inserimento in organizzazioni del territorio.
Tanta curiosità, un pizzico di competenza scientifica e almeno dodici anni d'età sono i requisiti per poter giocare e mettere in luce gli aspetti positivi delle energie sostenibili e le problematiche relative alla loro diffusione e al loro utilizzo. Obiettivo del gioco è sostituire gradualmente l'energia prodotta da fonti fossili con quella generata da fonti rinnovabili; stando sempre attenti a rispettare i vincoli e le condizioni dettate dall'Unione Europea. Si può giocare da un minimo di due e un massimo di cinque giocatori. A vincere è chi raggiunge la completa sostenibilità energetica oppure chi rimane in gara per ultimo.
A metà strada tra Monopoli e Trivial Pursuit, "Energy Empire" consta di un tabellone raffigurante l'Europa, su cui sono rappresentate cinque nazioni, pedine di diversa grandezza e forma, carte della Rinnovatività, della Ricerca e delle Domande e un dado a dodici facce. Al momento sono stati realizzati, a titolo di prototipo e grazie al contributo di AREA, cento esemplari del nuovo gioco da tavolo.

Le Olimpiadi di Vancouver e la sostenibilità

Gli organizzatori della 21a edizione dei Giochi olimpici invernali (12-28 febbraio), in corso di svolgimento a Vancouver, sono anche loro in gara, come gli atleti, per raggiungere una serie di obbiettivi di ecocompatibilità prefissati.

Il programma di sostenibilità ambientale è in effetti ampio e impegnativo. Un grande sforzo è stato profuso in fase di programmazione per minimizzare l'impatto ambientale dei Giochi adottando i principi di bioedilizia LEED nella costruzione degli edifici e delle strutture, e introducendo soluzioni di mobilità sostenibile destinate a durare nel tempo, come ride-sharing, carpooling, cycling ecc., con l'iniziativa Travelsmart.
Alcune delle caratteristiche eco-friendly dei siti e degli impianti sportivi includono l'uso di fonti energetiche rinnovabili, l'utilizzo di acqua piovana per i servizi igienici, la gestione ecologica dei rifiuti. Persino le 1.000 medaglie da assegnare agli atleti saranno composte di materiale riciclato da scarti di apparecchiature elettroniche. Insomma, il piano predisposto ha stimato una riduzione di gas serra pari a 118.000 tonnellate. Nello stesso tempo le emissioni che non è stato possibile tagliare sono state compensate attraverso progetti basati su tecnologia pulita per rimuovere o evitare un'equivalente ammontare di emissioni inquinanti nell'atmosfera.
Ma l'evento agonistico canadese è anche l'occasione per promuovere una più forte consapevolezza a livello di singoli cittadini del rispetto dell'ambiente. Per ottenere la partecipazione degli utenti si mette a disposizione uno strumento online per calcolare la propria impronta ecologica indicando contemporaneamente come poter diminuire o compensare volontariamente le proprie emissioni.
Con lo stesso spirito è nata "Do your video", iniziativa rivolta ai giovani di 13-24 anni, in cui piccoli autori si sono cimentati nella produzione di brevi clip di animazione aventi come tema lo sviluppo di nuovi stili di vita improntati alla sostenibilità.

Physalia la nave che purifica le acque

Si chiama Physalia, dal nome di un'elegante medusa, il progetto di un'imbarcazione avveniristica dello studio d'architettura Vincent Callebaut.

Più che una nave è un giardino galleggiante, al 100% autosufficiente dal punto di vista energetico, ed è la risposta ai problemi idrici che affliggono il mondo. Sono oltre un miliardo le persone sul nostro pianeta che non hanno accesso all'acqua potabile, e oltre 3.000 di esse muoiono ogni giorno a causa di queste condizioni difficili.
È qui che entra in gioco Physalia, il mezzo che navigherà i fiumi, dal Danubio, al Volga al Reno, al Guadalquivir fino all"Eufrate e al Tigri. E durante la navigazione assorbirà CO2 e inquinanti chimici grazie ad una rete idraulica che gli consente di filtrare l'acqua del fiume, e dei sistemi di purificazione dagli inquinati biologici posti sul tetto.
Progettato con un'architettura a zero emissioni di anidride carbonica, è esso stesso un impianto di energia rinnovabile, infatti, può generare più energia di quanta ne consuma. Il tetto della nave ha una doppia membrana pneumatica, dotata di celle fotovoltaiche, e poi al di sotto dello scafo si trovano le idro-turbine che trasformano l'energia del moto ondoso del fiume in energia idroelettrica.
La superficie del Physalia è realizzata interamente in acciaio rivestito in alluminio, a sua volta ricoperto da uno strato di anatasio, una delle forme minerali dell'ossido di titanio (TiO2) che purifica l'acqua attraverso un meccanismo di catalisi chimica mediante i raggi ultravioletti.
Al suo interno Physalia contiene quattro giardini che rappresentano i quattro elementi della terra. All'ingresso principale s'incontra il Giardino dell'Acqua sovrastato da un tetto di vetro. Successivamente, vi è il Giardino della Terra, che si trova al centro della nave, dedicata alle ricerche internazionali che analizzano gli ecosistemi.
E poi c'è uno spazio confinato, il Giardino del Fuoco, un salotto subacqueo che è uno spazio dedicato alle mostre permanenti sugli ecosistemi acquatici. Infine, s'incontra il Giardino dell'Aria: uno spazio di ossigeno e di luce, si apre anche verso il paesaggio esterno.
Il Physalia è solo allo stadio di prototipo, ma sicuramente arriverà il giorno in cui coloro che vivono lungo il Danubio, il Reno o l'Eufrate saranno grati di vederlo navigare.

Idrogeno solare energia del futuro?

Parliamo dell'idrogeno generato per scissione dell'acqua utilizzando la sola radiazione solare il combustibile dell'imminente futuro.

Lo sostengono i ricercatori italiani del gruppo di ricerca di Mario Pagliaro al Cnr e quelli greci guidati da Athanasios Konstandopoulos in uno studio pubblicato oggi dalla rivista Energy and Environmental Science. Konstandopoulos, ingegnere chimico direttore del Laboratorio APT di Tessalonica, coordina il progetto di ricerca comunitario Hydrosol per cui ha recentemente ottenuto il premio "Cartesio" della Commissione europea.
Pagliaro, chimico, a Palermo coordina le attivita' del Polo fotovoltaico della Sicilia. Due gli approcci suggeriti dagli autori: la concentrazione della radiazione per generare quantita' massive di idrogeno utili ad alimentare centri abitati ed industrie. E l'uso dei pannelli fotovoltaici abbinati ad un elettrolizzatore per generare idrogeno da usarsi come combustibile per usi on-demand da parte di imbarcazioni o automobili.
"Le tecnologie sono due - dice Pagliaro - perche' due sono gli usi del combustibile idrogeno richiesti dal mercato. E in entrambi i casi e' stata l'applicazione della nanochimica alle tecnologie per la conversione della radiazione solare a rendere possibili i traguardi che le rendono ormai convenienti dal punto di vista economico". "Usando il calore, cioe' tutta l'energia solare - aggiunge Konstandopoulos, - l'efficienza e' molto piu' elevata del fotovoltaico. Usando solo acqua e stoccando l'energia sotto forma di idrogeno, risolviamo il problema dell'intermittenza della luce solare. E siccome la voce di costo principale di Hydrosol e' costituita dagli eliostati il cui prezzo sta rapidamente scendendo, entro 3 anni il prezzo dell'elettricita' solare generata con l'idrogeno sara' inferiore ai 6 centesimi di Euro per chilowattora".
Lo studio prende in esame entrambe le tecnologie e mostra come un'economia basata sull'idrogeno solare sia ormai una concreta opportunita' di sviluppo economico e risanamento ambientale. Gli autori citano fra gli altri i casi dell'idrogenodotto di Arezzo; della barca Riviera P 600 commercializzata da Frauscher; e della centrale termoelettrica ad idrogeno operata da Enel a Porto Marghera.
Nella tecnologia europea Hydrosol l'energia solare viene concentrata per mezzo di specchi chiamati eliostati su un materiale catalitico che gia' ad 800°C e' in grado di scindere l'acqua in idrogeno e ossigeno in un processo termochimico chiuso ad alta efficienza. La scoperta principale e' stata quella del nanomateriale catalitico. Nella generazione fotovoltaica dell'idrogeno il costo principale per la scissione dell'acqua e' ormai dovuto al platino usato nell'elettrolizzatore, perche' l'introduzione sul mercato delle nuove tecnologie fotovoltaiche ha causato il crollo del prezzo dei pannelli solari sceso da 6 a meno di 1 Euro a Watt nel corso degli ultimi 18 mesi. L'idrogeno solare e' uno delle tre tematiche principali della conferenza internazionale SuNEC 2010 in programma in Sicilia dal 13 al 15 Ottobre prossimi.

fonte: alternativasostenibile.it

mercoledì 10 febbraio 2010

Anche in Italia la certificazione Leed

Arriva in Italia il Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), il sistema di rating più diffuso al mondo. Il metodo di certificazione è uno standard applicato in oltre 100 Paesi, sviluppato dall'U.S. Green Building Council (Usgbc).

L'associazione no profit promuove e fornisce un approccio globale alla sostenibilità, dando un riconoscimento alle performance virtuose in aree chiave della salute umana ed ambientale. Per la presentazione ufficiale bisogna attendere il prossimo 14 aprile 2010, quando al teatro Sociale di Trento verrà illustrata la versione italiana del protocollo di certificazione di sostenibilità ambientale degli edifici. Il passo importante però è stato già mosso lo scorso 25 gennaio, quando a Washington si è riunito il Leed Steering Committee (Lsc) di Usgbc e ha approvato Leed Italia 2009 Nuove Costruzioni - Ristrutturazioni.
Il presidente di Gbc Italia Mario Zoccatelli ha espresso la sua soddisfazione: "ci possiamo concedere un momento di legittimo orgoglio per questo risultato, unico nel panorama internazionale". Il percorso è stato lungo: i primi passi di Leed Italia si sono mossi nel 2008, quando per iniziativa del socio promotore Distretto Tecnologico Trentino, insieme a 46 soci fondatori, si è costituita Gbc Italia. Nel marzo 2008 sono stati costituiti il comitato Leed (affidato alla presidenza di Maurizio Ratti) e il comitato scientifico, guidato dal Frattari dell'Università di Trento, che si sono cimentati nel compito di adattare il protocollo statunitense alla situazione italiana. Pertanto i crediti definiti dal sistema a punteggio del protocollo sono stati ricalibrati e soppesati per la realtà nazionale, un grande sforzo che ha portato all'edizione 2009 dello standard Leed Italia.
Leed è un sistema volontario e basato sul consenso, per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili ad alte prestazioni e che si sta sviluppando sempre più a livello internazionale; può essere utilizzato su ogni tipologia di edificio e promuove un sistema di progettazione integrata che riguarda l'intero edificio.
Da aprile quindi ci saranno i primi edifici certificati con lo standard italiano.

Nucleare: forzatura del governo

Alla vigilia delle elezioni regionali il governo ignora il parere delle regioni ed approva il nuovo decreto legislativo sui criteri di localizzazione degli impianti nucleari, non tenendo conto dell'opposizione di gran parte delle Regioni e scegliendo di non attendere il parere della Conferenza Unificata.

E' un pessimo segnale, soprattutto a ridosso del voto per le regionali 2010: si ribadisce infatti una linea dirigistica e contraria al principio di leale collaborazione tra amministrazioni pubbliche. Il Decreto legislativo viene approvato dal Consiglio dei Ministri contro la quasi totalità delle Regioni (con la sola eccezione di Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia) che hanno contestato nel loro documento il mancato rispetto dei poteri concorrenti delle Regioni in materia di certificazione dei siti, autorizzazione unica degli impianti nucleari e autorizzazione unica per il deposito nazionale.
Questo va contro il Titolo V della Costituzione ed elude l'obbligo di acquisire il parere della Conferenza unificata stabilito dalla cosiddetta Delega nucleare, legge 99/2009, che all'art. 25 stabilisce che i decreti attuativi della delega siano adottati "su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa acquisizione del parere della Conferenza unificata e successivo parere delle Commissioni parlamentari competenti".
Il WWF Italia in questo contesto:
- appoggia la giusta rivendicazione delle Regioni sul fatto che sia la localizzazione degli impianti che l'autorizzazione unica per il loro esercizio non possano essere effettive senza un'intesa forte con le Regioni direttamente interessate;
- ritiene che sia un paradosso che la cosiddetta Strategia Nucleare non venga compresa nella Strategia energetica nazionale (che deve considerare il mix delle fonti energetiche, comprese innanzitutto quelle alternative) che doveva essere predisposta entro il dicembre 2009, secondo quanto stabilito dal decreto 112/2008, oggi legge 133/2008;
- considera incongruo che la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito delle scorie nucleari, che ad avviso dell'associazione deve essere inclusa nella Strategia Nucleare, non sia sottoposta a Valutazione Ambientale Strategica (il Decreto Legislativo in questione non la prevede);
- fa notare che è contro la normativa comunitaria il fatto che la Valutazione di Impatto ambientale sui singoli progetti di impianti dia per acquisiti gli elementi oggetto della VAS su piani e programmi: si tratta, infatti, di valutazioni su scala diversa e separate, come stabilito dalla Commissione Europea nella Direttiva 2001/42/CE;
- ritiene indifendibile lo strapotere di Sogin SpA, a cui vengono affidate impropriamente secondo l'associazione (oltre alla costruzione e alla gestione del deposito delle scorie nucleari) anche la redazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito (che sarebbe più naturale affidare all'Agenzia nucleare) o le trattative bilaterali con le Regioni (che invece dovrebbero essere gestite dai Ministeri competenti: prima di tutto il Ministero per lo sviluppo economico);
- considera poco trasparente e priva di ogni controllo la previsione di una campagna di propaganda a sostegno dell'attività di imprese private (il nucleare) con i soldi pubblici: questo aggiunge un'altra beffa ai danni dei contribuenti che già pagheranno i costi salati del nucleare, difficilmente realizzabile ed economicamente non conveniente, oltre che pericoloso dal punto di vista ambientale e della sicurezza nei confronti delle minacce militari e terroristiche.

lunedì 8 febbraio 2010

Le energie rinnovabili a portata di click

Ren 21, la rete internazionale per le politiche sulle rinnovabili, ha lanciato la Renewables Interactive Map, uno strumento on line che fornisce la fotografia delle politiche e dello sviluppo delle rinnovabili in tutti i paesi del mondo.

Le politiche, gli incentivi, gli obiettivi, la potenza installata per le diverse fonti rinnovabili di ogni singolo paese del mondo in una mappa interattiva alla portata di tutti. E' la Renewables Interactive Map, ideata da REN 21 (Renewable Energy Policy Network for the 21st Country), la rete internazionale che sostiene le politiche sulle energie rinnovabili nel mondo.
Il network ha raccolto dati e informazioni da numerose fonti internazionali e ha un potuto costruire così un innovativo strumento on line di monitoraggio delle rinnovabili, disaggregato per paese e per tecnologia, in grado di fornire un quadro sintetico delle politiche sul settore delle energie pulite.
La mappa contiene, infatti, molte informazioni utili anche agli investitori visto che fornisce indicazioni sulle diverse tipologie di incentivi e di sostegno alle diverse tecnologie, oltre che i dati sulle potenze installate.
Inoltre, dove possibile, si indicano gli obiettivi a breve e medio termine di numerosi paesi di tutti i continenti in fatto di rinnovabili. Per vedere la mappa, clicca sul collegameto qui accanto Renewables Interactive Map.

Carta etica dell'acqua

Nel corso di un seminario al Parlamento europeo a Bruxelles il Cipsi-solidarieta' e cooperazione (coordinamento nazionale di 45 organizzazioni non governative), il Comitato italiano per il contratto mondiale sull'acqua e il Centro di volontariato internazionale (Cevi) hanno lanciato la "Carta etica dell'acqua", un manifesto per promuovere a livello globale l'uso sostenibile dell'oro blu.

Carta etica dell'acquaIl file rouge dell'iniziativa e' l'idea dell'acqua come un patrimonio comune, il cui accesso deve essere garantito a tutti.
Strettamente connesso a questo, il principio che la proprieta', il governo e il controllo politico dell'acqua, in particolare della gestione e dei servizi idrici, devono restare pubblici.
Le collettivita' locali devono essere in grado di garantire il diritto essenziale all'acqua potabile per tutti i propri cittadini ed un suo uso sostenibile. Cipsi sottolinea che nel mondo 1,6 miliardi di persone non hanno ancora accesso all'acqua potabile, mentre in Italia si perdono 104 litri d'acqua per abitante al giorno.
Ciascun italiano consuma quotidianamente 213 litri di acqua: 39% per la doccia, 20% per i sanitari, 12% per il bucato, 10% per le stoviglie, 6% in cucina, 6% per giardinaggio e lavaggi auto, 1% per bere e 6% per altri usi.
Guido Barbera, presidente di Cipsi ha affermato: "Le indicazioni contenute nel documento sottolineano con urgenza la necessita' di un uso sostenibile di quello che deve essere considerato il bene piu' prezioso del Pianeta. Mentre oggi nel mondo il 12% della popolazione usa e spreca l'85% delle risorse idriche, l'accesso partecipato all'acqua puo' infatti contribuire al rafforzamento della solidarieta' fra i popoli, le comunita', i Paesi".

ReAcademy: l’Accademia del Recupero che reinventa i materiali di scarto

ReAcademy e' un'associazione senza fini di lucro creata dalla societa' di progettazione KeoProject il cui obiettivo e' promuovere una cultura del reimpiego di materiali di scarto. ReAcademy vuole cosi' dimostrare che è possibile considerare i rifiuti come una grande risorsa locale in grado di creare nuove economie di scala.

ReAcademy: l’Accademia del Recupero che reinventa i materiali di scartoLo stesso nome, Accademia del Recupero, la caratterizza quale luogo in cui progettare e realizzare nuovi oggetti prodotti con materiali che normalmente verrebbero abbandonati come scarti inerti, annullando così il concetto di rifiuto.
L'associazione ha sede in una vecchia conceria a Bra, nei pressi dall'Universita' di Scienze Gastronomiche, che presto sara' completamente convertita in un centro polifunzionale dedicato al tema del recupero.
Qui, cittadini, imprese, università ed enti pubblici potranno confrontarsi come nelle antiche agorà per trovare soluzioni durevoli in equilibrio sia con le necessità di tutela dell'ambiente sia con gli attuali principi economici e fondate sull'equita' sociale.
Il concetto di recupero, infatti, viene reinterpretato come un'opportunità di cultura, innovazione, comunicazione e sviluppo economico contrapponendo ai limiti del consumismo, l'ottimizzazione delle capacità di recupero e la riduzione dei prelievi sugli stock di risorse naturali.
Si tratta quindi di un progetto capace di tradurre in realtà i principi glocal: una visione globale unita all'azione locale.

A Teramo il primo fitness club in Italia con piscine depurate a ozono

Il Club Tonic di Garrufo Sant'Omero sceglie una soluzione ecocompatibile che consentirà una qualità dell'acqua superiore e un maggior benessere a chi frequenta la piscina. Si tratta della prima struttura sportiva in Italia dotata di un impianto a ozono.

Da oggi nel Club Tonic di Garrufo l'acqua è ancora più blu. E' stata introdotta un'importante novità che riguarda la depurazione delle piscine del centro fitness: il nuovo impianto utilizza l'ozono come agente disinfettante naturale in sostituzione del cloro. Ciò consentirà di ridurre notevolmente l'utilizzo di additivi chimici, normalmente presenti nelle piscine, e di ottenere un'acqua limpida, inodore e perfettamente depurata. Un grande vantaggio per i frequentatori del club, che potranno godere di una migliore qualità dell'acqua e dell'aria, e per l'ambiente dato che si tratta di una soluzione ecologica.
L'ozono è infatti un gas naturale, il più potente ossidante per il trattamento dell'acqua nelle piscine: a parità di concentrazione è tremila volte più efficace del cloro nell'eliminazione di batteri e virus, e ha la capacità di eliminare alghe, muffe e parassiti. Inoltre consente di ridurre la quantità di acqua di rinnovo giornaliera delle piscine dal 5 al 2,5%, con meno sprechi.
Una scelta innovativa e lungimirante per il Club Tonic di Garrufo, che è dotato di una piscina da 25 metri con tre corsie, una vasca per idro-bike e acquagym e di una piscina per neonati. Dice Gianluigi Fontana, general manager di Tonic: "Lo spirito che guida la filosofia Tonic è improntato sul benessere e sulla sostenibilità ambientale e la novità dell'impianto di depurazione a ozono installato nel club di Teramo è una delle massime espressioni di questi valori. Ogni giorno cerchiamo soluzioni che migliorino la qualità della vita e del tempo libero dei nostri iscritti, dando una mano all'ambiente e offrendo servizi di alto livello al miglior rapporto qualità/prezzo del mercato. Tutti i centri Tonic in Italia seguiranno l'esempio di Teramo nell'adozione di questo innovativo sistema".

I comuni ricicloni dell'Emilia Romagna

Soragna (Pr), Monte San Pietro(Bo) e Fidenza (Pr) i Comuni più virtuosi secondo l'indagine realizzata da Legambiente in collaborazione con la Regione.

Sono Soragna (Pr) con l'80,2% di raccolta differenziata, Monte San Pietro (Bo) con il 74,4% e Fidenza (Pr) con il 62,2% - tutti e tre con il sistema di raccolta "porta a porta" - i "Comuni ricicloni" dell'Emilia-Romagna secondo l'annuale classifica promossa da Legambiente in collaborazione con l'assessorato regionale all'ambiente presentata alla presenza dell'assessore regionale all'ambiente Lino Zanichelli e di Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna. I tre comuni sono risultati vincitori rispettivamente nella categoria dei piccoli comuni (con meno di 5 mila abitanti), dei comuni di medie dimensioni (tra i 5 mila e 25 mila abitanti) e dei Comuni con più di 25 mila abitanti.
Al questionario di Legambiente hanno risposto - fornendo i dati relativi al 2008 - 123 comuni dell'Emilia-Romagna. La novità dell'indagine di quest'anno è stata l'introduzione accanto a quella della carta, della graduatoria relativa alla raccolta differenziata dell'organico. In questo settore le migliori performance sono state quelle, ancora con il sistema porta a porta, di Zibello (Pr) tra i piccoli comuni con 94 kg di materiale raccolto per abitante, di Argelato (Bo) e Forlimpopoli (Fc), con 126,2 e 123,9 kg per abitante e di Cervia (Ra) - in questo caso però con la tradizionale raccolta stradale - con 80,3 kg di materiale organico a testa.
Per quanto riguarda la raccolta di carta sono stati premiati Campegine (Re) tra i piccoli comuni con 167,8 kg per abitante; Cavriago (Re), tra i medi con 170,4 kg a testa e Piacenza tra le grandi città con 115,2 kg a testa di carta raccolta. La ricerca ha anche raccolto informazioni sulle "buone pratiche" messe in atto per la riduzione dei rifiuti alla fonte e per incentivare la raccolta differenziata. Fra le iniziative degne di nota quella del comune di Guiglia (Mo), che nell'ambito del progetto "Borsa amica dell'ambiente" ha distribuito ai clienti dei negozi 600 borse di stoffa. Oppure quella di Ferrara (Fe), che ha promosso il recupero del materiale informatico dismesso attraverso l'iniziativa "tRicicloPC con Linux". O ancora quella del comune di Fidenza (Pr), che si è impegnato a diminuire l'uso dell'acqua in bottiglia installando dei filtri ai rubinetti delle mense scolastiche e costruendo una fontana pubblica di acqua potabile filtrata.
Da segnalare anche le iniziative di Nonantola (Mo), che ha deciso di intraprendere un'azione di riduzione dei rifiuti incentivando l'uso di pannolini lavabili e della Provincia di Parma con l'organizzazione delle "Ecofeste", ovvero la promozione all'interno delle sagre della raccolta differenziata di tutti i rifiuti comunemente prodotti.

Gli oleandri per misurare lo smog

Uno studio del ricercatore Enrique Navarro, in collaborazione con l'Università San Jorge e la DGA, tenta di analizzare l'inquinamento atmosferico utilizzando le foglie delle piante come "filtri" per il campionamento dell'aria. In questo caso si utilizzano le foglie di oleandro, pianta molto diffusa a Saragozza (Spagna).

A Saragozza è partito uno studio per la misurazione dell'inquinamento urbano attraverso l'utilizzo degli oleandri, piante molto diffuse nella città spagnola. A condurre lo studio è il ricercatore Enrique Navarro, in collaborazione con l'Università San Jorge e la DGA. La ricerca è partita dall'idea di utilizzare le piante, in questo caso l'oleandro, per misurare l'inquinamento atmosferico. Como spiega Navarro "le misurazioni della qualità dell'aria avvengono abitualmente con centraline di campionamento che filtrano l'aria. Dopodiché si analizzano i filtri e questo permette di conoscere i livelli di inquinamento". Per Navarro c'è però un problema economico, visto che è molto caro installare e controllare molte centraline di campionamento.
Per ovviare al problema economico, l'idea di questo progetto è quella di approfittare degli oleandri presenti in gran parte di Saragozza, soprattutto nelle strade principali, per il controllo della qualità dell'aria. "Le piante sono esposte al traffico e trattengono gran parte dell'inquinamento nelle foglie - afferma Enrique Navarro - studiando il modo in cui le piante trattengono l'inquinamento e campionando le foglie, si punta a stabilire una mappatura dello smog in città, basata sulle analisi realizzate sulle foglie di oleandro delle diverse zone".
fonte: alternativasostenibile.it

Nuova energia pulita dall'eucalipto

In 25 mesi la Valle del Dittaino ospiterà la prima centrale a biomasse della regione che verrà alimentata grazie al legno di eucalipto proveniente dai boschi limitrofi.

L'8 febbraio segnerà l'inizio di una nuova era per il panorama energetico siciliano. Verrà infatti posata la prima pietra per la realizzazione dell'unica centrale elettrica a biomasse dell'isola, la prima in Sicilia, che sorgerà nella Valle del Dittaino dopo 25 mesi circa di lavori. Alla cerimonia presenzieranno il presidente della Sper, società- progetto costituita allo scopo di realizzare la Centrale, Roberto Poggi, e il governatore della regione Sicilia, Raffaele Lombardo inauguratori di quello che a regime sarà un stabilimento da 20 MW.
Progettato dalla 'Ig Infrastrutture e Gestioni Spa', società romana esperta nel settore della realizzazione e gestione di impianti industriali con particolare attenzione al settore della produzione energetica da fonte non fossile, l'impianto potrebbe essere alla Rete Elettrica Nazionale fornendo elettricità pulita ad un'ampia zona della regione. Per la produzione di energia nella centrale verrà utilizzato quasi esclusivamente legno di eucalipto, cippato proveniente dai boschi di proprietà dell'Azienda Regionale Foreste Demaniali delle province di Enna e Caltanissetta utilizzando, per quanto riguarda tutte le attività di taglio e trasporto del legname la Bms, "Biomasse Sicilia spa" promuovendo lo sviluppo della filiera corta, possibile grazie alla centralità dell'impianto rispetto ai siti di taglio.
Aderendo alle politiche europee incentrate sull'incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile la Regione aumenterà la produzione di energia pulita che verrà impiegata direttamente sul territorio.

mercoledì 3 febbraio 2010

Il SISTRI: il Sistema di controllo della Tracciabilità dei Rifiuti

E' una novità importante introdotta con un decreto ministeriale di fine 2009, che modifica sostanzialmente la modalità di invio di alcuni documenti sui rifiuti, con lo scopo di innovare e snellire la pubblica amministrazione.

Stiamo parlando del SISTRI, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 9 del 13.01.2010, Suppl. Ordinario n.10 il D.M. 17 dicembre 2009 "Istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell'articolo 189 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dell'articolo 14-bis del decreto-legge n. 78 del 2009 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009", su iniziativa del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con lo scopo di innovare e modernizzare la Pubblica Amministrazione, il SISTRI permette l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale.
Il Sistema semplifica le procedure e gli adempimenti riducendo i costi sostenuti dalle imprese e gestisce in modo innovativo ed efficiente un processo complesso e variegato con garanzie di maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione dell'illegalità.
cerchiamo di spiegare in modo semplice e dettagliato quali sono gli oneri, chi deve aderire e chi invece può farlo in modo facoltativo. Per chi desidera scaricare in formato pdf la speciale dedicato al SISTRI, basta cliccare qui..